2014-07-03 12:27:00

Sud Sudan: rischio carestia. Morti e saccheggi negli ospedali


Il Sud Sudan, lacerato da una guerra civile dalla fine del 2013, rischia di cadere nella morsa della carestia nelle prossime settimane se non arriveranno aiuti massicci: e' la stima di un gruppo di organizzazioni non governative. Decine di migliaia di persone - riporta l'agenzia Ansa - sono state uccise e si registrano 1,5 milioni di sfollati dallo scoppio della guerra a meta' dicembre 2013. L'Onu, tuttavia, ha per il momento solo il 40% dei fondi necessari per gli aiuti umanitari: manca quindi ancora piu' di un miliardo di dollari (760 milioni di euro).

Ed è di 6 ospedali saccheggiati o bruciati, e almeno 58 persone uccise al loro interno il bilancio tracciato dal rapporto di Medici senza frontiere (Msf) sul Sud Sudan, diffuso alla vigilia del terzo anniversario dell'indipendenza del Paese. Un bilancio drammatico - riferisce l'agenzia AdnKronos - che vede nella violenza negli ospedali e nella distruzione delle strutture sanitarie la negazione dell'assistenza medica a molte delle persone più vulnerabili dello Stato. Le cifre riportate ne 'Il conflitto in Sud Sudan: Violenza contro l'assistenza medica' non sono esaustive, ma rispecchiano solo le informazioni raccolte da Msf in zone dove gestisce delle attività o dove ha condotto valutazioni mediche.

Gli ospedali sono stati saccheggiati nelle città di Bor, Malakal, Bentiu, Nasir e Leer, spesso durante periodi di violenti combattimenti, e i danni vanno ben oltre gli atti di violenza in sé: le persone vulnerabili, infatti, vengono tagliate fuori dal sistema sanitario proprio quando ne hanno un disperato bisogno.

"Il conflitto scoppiato nel dicembre scorso ha raggiunto terribili picchi di violenza anche contro le strutture sanitarie" racconta Raphael Gorgeu, Capo Missione per Msf. "Hanno sparato ai pazienti mentre erano nei loro letti e strutture sanitarie salva-vita sono state bruciate e completamente distrutte. Questi attacchi - continua - hanno gravi conseguenze per centinaia di migliaia di persone che sono tagliate fuori dai servizi medici".

Gli ospedali statali del Sud Sudan sono stati teatro di alcune delle violenze peggiori. Durante gli scontri di dicembre, nel Bor State Hospital, 14 pazienti e un membro del Ministero della Salute sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco. A febbraio sono state uccise altre 14 persone al Teaching Hospital di Malakal, tra cui 11 pazienti, a cui hanno sparato mentre erano nei loro letti. Ad aprile, al Bentiu State Hospital, circa 28 persone sono state uccise, tra cui almeno un membro del Ministero della Salute. Msf ha più volte condannato queste violenze e chiede alle parti coinvolte nel conflitto di garantire che la popolazione in Sud Sudan possa cercare assistenza medica senza paura della violenza. (R.P.)








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