2014-07-02 07:21:00

Non è più tregua in Ucraina: morti a Kramatorsk


Si torna a combattere e a morire nell'Ucraina dell'est: Kiev ha rilanciato la sua offensiva dopo che il presidente Poroshenko, ignorando le forti pressioni russe ed europee, ha deciso di non prorogare la fragile tregua, prevista da 10 giorni, accusando i separatisti filorussi di averla ripetutamente violata. Ieri almeno 4 i morti a Kramatorsk, dove gli spari hanno colpito passanti e passeggeri di un minibus. In ogni caso, sembra confermato a Minsk il terzo round dei negoziati di pace tra Kiev, Mosca e l’Osce, mentre a Bruxelles sarebbero allo studio nuove sanzioni contro la Russia. Della posizione di Mosca e dei possibili equilibri, Roberta Barbi ha parlato con il prof. Adriano Roccucci, docente di Storia contemporanea presso l’università RomaTre:

R. – Credo che sicuramente la prima conseguenza sia sul campo di queste due regioni orientali dell’Ucraina, quella di Donetsk e di Lugansk, e il Donbass, dove si avrà una recrudescenza di scontri che non si sono mai fermati.

D. – La violenza torna già a riaffacciarsi: stanotte, all’aeroporto di Donetsk i ribelli separatisti russi hanno sparato contro gli aerei delle forze armate ucraine, e pare che ci siano anche diversi civili morti a Kramatorsk …

R. – Purtroppo la violenza non si è mai arrestata, nemmeno nei giorni in cui la tregua era quantomeno dichiarata. Questa è una costatazione di fatto purtroppo triste, drammatica: gli scontri nei vari focolai accesi nel Donbass sono continuati; purtroppo riprenderanno in vigore e intensità.

D. – Mosca, inizialmente critica sul cessate il fuoco, ha espresso profondo rammarico per la decisione del presidente ucraino e ha accusato Kiev di ostacolare la pace. Come si prevede che si muoverà, ora, Putin?

R. – Io credo che l’interesse di Putin e della Russia sia riuscire a trovare una ricomposizione del conflitto, chiaramente, che tenga presenti gli interessi di cui la Russia si fa portavoce e che in qualche modo anche accolga le richieste di una maggiore autonomia, di federalizzazione. Quindi, riterrei che Mosca voglia ancora spingere per una ulteriore prosecuzione delle trattative, e credo anche che i rappresentanti di queste regioni siano considerati interlocutori di queste trattative.

D. – Sulla decisione di Poroshenko, la Russia punta il dito contro gli Stati Uniti e chiede ai partner occidentali di smettere di "usare" l’Ucraina come merce di scambio di giochi geopolitici. Cosa farà ora la comunità internazionale?

R. – Questo scambio di accuse fa parte della schermaglia diplomatica, retorica, di questa crisi ucraina fin dall’inizio. Credo che la comunità internazionale debba trovare la via per un dialogo serio, per una ricomposizione seria di un conflitto attorno al quale è molto rischioso giocare, perché rappresenta un rischio nel cuore dell’Europa.... e credo che gli europei, ma anche la comunità internazionale nel suo complesso - visti gli attori che sono coinvolti in questa crisi - non si possono permettere di correre; quindi, credo che la comunità internazionale debba trovare la via per una ricerca seria ed efficace della soluzione del conflitto.








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