2014-06-30 12:10:00

Londra: campagna dei vescovi contro il suicidio assistito


“Curare, non uccidere”: è questo lo slogan con cui la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles lancia una campagna contro il progetto di legge sul suicidio assistito, che il prossimo 18 luglio sarà discusso dalla Camera dei Lord. La proposta normativa permetterebbe al medico di somministrare un farmaco letale ai malati terminali che manifestino una costante volontà di porre fine alla propria vita, che siano in possesso delle loro facoltà mentali e non soggetti a costrizioni o pressioni.

Tale progetto di legge è fortemente osteggiato dalla Chiesa inglese che ha, quindi, lanciato un’apposita campagna: attraverso il sito web www.carenotkilling.org.uk, i fedeli sono invitati ad esprimere il proprio dissenso ed a ribadire il valore sacro ed inviolabile della vita, dal concepimento fino alla morte naturale. 

“La Chiesa – scrivono i presuli inglese e gallesi – sostiene l’alta qualità delle cure per i moribondi e della tutela per i deboli ed i vulnerabili”. Ribadendo che “la vita è un dono di Dio” e che “il suicidio è l’incapacità di accettare tale dono”, la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles sottolinea che chi uccide se stesso deve essere “trattato con compassione, non colpevolizzato, né tanto meno incoraggiato o esortato”. “La Chiesa insegna – continuano i vescovi – che uccidere deliberatamente qualcuno o aiutarlo a porre fine alla propria vita, è sbagliato, perché implica dare ad altri il potere sulla vita e sulla morte che, invece, spetta solo a Dio”. 

I presuli inglesi mettono anche in luce tutti i punti controversi del progetto di legge: esso “aumenta la pressione sulle persone vulnerabili”, ad esempio anziani, malati e disabili, come se la loro vita non fosse degna di essere vissuta; “elimina ogni deterrente” per chi fosse malintenzionato e volesse uccidere qualcuno per un guadagno personale; “pone un limite arbitrario” perché “se il principio di fondo della proposta normativa è dare sollievo alla sofferenza”, allora il suicidio assistito potrebbe essere permesso anche ai malati cronici ed ai disabili.

Inoltre, il documento che sarà sottoposto alla Camera dei Lord “pone tutta responsabilità del suicidio assistito nelle mani dei medici”, i quali, però, potrebbero non accettare tale incarico professionale, contrario alla loro missione primaria, che è quella di curare i pazienti. Infine, i vescovi inglesi mettono in dubbio che si possano accertare con sicurezza le facoltà mentali di un paziente terminale, il quale potrebbe essere depresso a causa della malattia o sotto l’effetto di un calmante per il dolore.

Il messaggio della Chiesa inglese si conclude con le parole di Papa Francesco: “Anche i più deboli e i più vulnerabili, i malati, gli anziani, i non nati, i poveri, sono un capolavoro della creazione di Dio, fatto a Sua immagine, destinati a vivere per sempre e meritevoli della più assoluta venerazione e rispetto”. (Messaggio per la Giornata della vita nel Regno Unito, 16 luglio 2013). (I.P.)








All the contents on this site are copyrighted ©.