2014-06-29 13:17:00

Centrafrica: i Salesiani accanto agli sfollati di Bangui


“Nel cortile della chiesa di San Giovanni Bosco, in un umilissimo quartiere di Bangui, da 7 mesi sopravvive circa un migliaio di persone. I Salesiani sono il loro scudo, la loro salvezza. Don Agustín Cuevas, religioso spagnolo di quasi 70 anni, accoglie nella sua comunità tutta questa gente, sfollata a causa dei massacri della Repubblica Centrafricana. In certi momenti ci sono state fino a 22.000 persone”. Così racconta un articolo pubblicato dal quotidiano ‘El Confidential’, riportato da Ans, l’Agenzia Info Salesiana.

Gli sfollati sono assistiti dalla comunità salesiana cui appartiene anche don Cuevas, che è arrivato per la prima volta nella Repubblica Centrafricana tre anni fa, dopo aver vissuto in diversi Paesi del continente africano. Insieme a lui lavorano accanto ai bisognosi anche don Jan Hübner, salesiano polacco, vicario della comunità dal 2010, e il salesiano coadiutore Eynem Maguergue, di Ndajaména, in Ciad, direttore dell’oratorio e incaricato della scuola dal 2011. La maggior parte dei rifugiati è rappresentata da donne e bambini scampati alla violenza “cieca e gratuita” - sono le parole di don Cuevas - scoppiata a Bangui nel dicembre scorso. A Galabadja, quartiere della capitale, hanno bussato in tanti alla porta della comunità salesiana, che già da anni si sforza di costruire una piccola oasi di servizio, composta da una scuola e un dispensario.

Gli sfollati sono ancora oggi presenti nel cortile della chiesa. Ci sono stati momenti in cui erano oltre 22.000 ed affollavano anche gli edifici e tutti gli spazi disponibili del complesso salesiano, accatastandosi per dormire “sui banchi e sul pavimento della chiesa”, mentre fuori il rumore degli spari, dei colpi di mortaio e delle esplosioni di granate non cessava. (G.A.)








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