2014-06-27 13:48:00

Sinodo famiglia, teologo spagnolo: "Al primo posto c'è il Vangelo"


"La grande sfida del Sinodo sarà evidenziare il fondamento della dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia che è nel Vangelo. E' importante perché il Vangelo è in grado di entrare in contatto con la vita concreta". A sottolinearlo è don Juan José Pérez Soba, ordinario di teologia pastorale del matrimonio e della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense. "Se esaminiamo i vari problemi pastorali uno alla volta rischiamo di dare una risposta frammentaria - spiega il teologo spagnolo -  è il Vangelo quello che dà unità e speranza e guarisce veramente le ferite. La primazia del Vangelo in questo Sinodo deve essere molto chiara".

Circa la necessità di trovare nuovi linguaggi per comunicare il Vangelo della famiglia, sottolineata fall'Instrumentun laboris della prossima Assemblea sinodale, don Pérez Soba è convinto che i nuovi linguaggi già esistano, ma che ora si tratti di farli conoscere. "C'è già la grande catechesi di S. Giovanni Paolo II, il 'Papa della famiglia', come lo ha ribattezzato Papa Francesco il giorno della sua canonizzazione. Quello di Wojtyla è un linguaggio molto nuovo e se il Sinodo contribuirà a farlo conoscere di più sarà di grande arricchimento per tutta la Chiesa". 

Don Pérez Soba si sofferma anche sulla difficoltà che le persone hanno oggi a riconoscere il concetto di 'legge naturale', legato alla famiglia. "Già a sentire parlare di legge - spiega il teologo spagnolo - la gente ha una reazione sbagliata, ma il concetto di legge nell'Antico Testamento ha un valore molto più positivo di quanto si pensi, incarna la saggezza di Dio che viene comunicata all'uomo. Se la legge naturale viene intesa invece come un comando arbitrario imposto all'uomo non se ne coglie il valore. Ciò deriva da una mancanza di una catechesi basica sulla legge naturale all'interno della rivelazione. E'un concetto che non prefigura tanto un comandamento ma l'unità profonda di destino tra gli uomini". 

A proposito del paradosso tra il forte desiderio di matrimonio e famiglia presente nella società e la crisi di queste istituzioni  - evidenziato dall'Instrumentum laboris - don Pérez Soba è convinto che sia un dato conosciuto da tempo. "Gli studi sociologici dimostrano che la famiglia è l'istituzione più apprezzata. Esiste però un vero e proprio iato tra una cultura che deforma la comprensione della famiglia e il desiderio di famiglia che è nelle persone. E questa per la Chiesa è una grande sfida pastorale e una grande opportunità di cui deve essere cosciente, perdendo la paura di parlare di famiglia".

"Bisogna seguire l'insegnamento di S. Giovanni Paolo II - continua il teologo spagnolo - che invitava a parlare al cuore delle persone, perché è lì che si trova il desiderio di famiglia e non nelle leggi che in molti vogliono cambiare. La Chiesa deve far sì che le persone possano vivere pienamente ciò che desiderano di più. E cioè la famiglia". 

Una delle situazioni pastorali difficili evidenziate dall'Instrumentum è quella delle convivenze o unioni di fatto che corrispondono a una concezione privatistica dell'amore. "La Chiesa dovrebbe far capire che agendo così si trasforma l'amore in un fatto intimistico che non coinvolge tutta la vita. E si agisce così solo per paura, perché la gente in realtà non desidera questo. Il Vangelo ci spinge a credere veramente nell'amore e a non considerarlo una cosa in più, fra tante altre. Il Vangelo guarisce il cuore dell'uomo che è capace di vivere la bellezza dell'amore". 

A proposito delle situazioni di irregolarità canonica, delle separazioni, dei divorzi e della richiesta di alcuni divorziati-risposati di accedere ai sacramenti, tutti elementi presenti nell'Instrumentum, il teologo spagnolo sottolinea che bisogna sempre evidenziare la realtà dottrinale e non pensare, perciò, che dal punto di vista pastorale si possa fare qualsiasi cosa. E' in gioco la realtà del sacramento del matrimonio che la Chiesa ha ricevuto da Cristo. E la fedeltà a Cristo deve essere la luce fondamentale per arrivare alle persone che hanno bisogno della misericordia della verità dell'amore. Bisogna arrivare a guarire certe ferite e non, solamente, affermare che certe ferite non hanno importanza". 








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