2014-06-27 16:02:00

Il viceministro Costa: giusto sanzionare chi uccide in auto


“E’ giusto che sia sanzionato in modo molto rigoroso chi commette un reato di questo genere”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia Enrico Costa, rispondendo sul reato di omicidio stradale e assicurando che il governo non farà mancare il suo sostegno a quanto elaborato dalla Commissione giustizia del Senato. Ma ai nostri microfoni Costa parla anche di recupero dei detenuti e di intercettazioni. Il viceministro alla Giustizia intervistato da Alessandro Guarasci

D. - Viceministro, sono in arrivo nuove norme per facilitare il reinserimento lavorativo dei detenuti?

R. – Ci sono delle iniziative legislative, c’è uno schema di decreto legislativo, che ha avuto adesso il parere delle due Camere. L’obiettivo è mettere in condizioni le imprese di assumere, di far lavorare dei soggetti detenuti. Oggi abbiamo dei numeri, che ci dimostrano che in tanti lavorano, ma in troppi lavorano alle dipendenze dell’amministrazione. Noi vogliamo aprire al mondo esterno, anche perché ci sono segnali molto favorevoli. Chi lavora, chi apprende una professione poi non delinque più. Chiaramente ci sono degli ostacoli, c’è la difficoltà in questa fase anche di assumere. Io penso, però, che noi dobbiamo insistere su questa strada. Anche gli edifici carcerari, ovviamente, di nuova realizzazione, consentiranno molto più facilmente l’avvicinamento dell’impresa.

D. – Per quanto riguarda le intercettazioni, come riuscirete a coniugare diritto alla privacy e diritto alla cronaca?

R. – Ci sono dei soggetti nell’ambito delle intercettazioni che non sono indagati. Non dimentichiamo che le intercettazioni possono toccare il soggetto indagato, ma possono toccare anche soggetti che entrano in contatto con l’indagato, che sono assolutamente estranei all’indagine o soggetti che sono intercettati per altre ragioni. Ora, noi dobbiamo fare in modo che quando si tratta di telefonate private, di colloqui privati, colloqui che non hanno niente a che vedere con l’oggetto delle indagini, questi colloqui devono rimanere tali. Questo perché non ci può essere un deficit di riservatezza su questi aspetti. E’ chiaro che in moltissime circostanze è difficile, anche nell’ambito dello stesso colloquio, riuscire a distinguere, a tagliare, a selezionare le parti di rilevanza penali e le parti irrilevanti. Per questo chiaramente ci saranno degli strumenti, ci saranno dei momenti, nella fase processuale, per poter fare la distinzione. Ma per quello che attiene la pubblicazione, noi dobbiamo essere rigorosi: quello che è un colloquio privato, quelli che sono aspetti legati, per esempio alla vita familiare, legati alle scelte di vita, legati a tutta una serie di questioni che niente hanno a che fare con il reato, non devono finire sui giornali.

D. – Nella scorsa legislatura si è parlato molto di reato di omicidio stradale. Secondo lei, è un tema da riproporre anche con questo governo, visti i recenti casi di cronaca?

R. – E’ giusto che sia sanzionato in modo molto rigoroso chi commette un reato di questo genere, un reato di omicidio, quindi violando le regole del codice della strada e facendolo sotto l’effetto di alcool o stupefacenti. E’ necessario chiaramente rendere questa norma integrata e organica con il tessuto di norme, che oggi regolano l’omicidio, e quindi la Commissione Giustizia del Senato sta lavorando a questo tema. Il governo non farà mancare il suo sostegno, anche tecnico, la sua collaborazione, anche tecnica. E’ fondamentale quindi che l’esigenza e lo spirito con cui si è fatta questa proposta, venga coniugata con un’organicità di inserimento nell’ambito del nostro tessuto normativo.

D. – Ma c’è qualche previsione sui tempi?

R. – Guardi i tempi sono dettati dalla Commissione parlamentare. C’è stata una prima fase di dibattito sul tema. Chiaramente poi bisognerà fare i passaggi successivi con quelli che saranno gli eventuali emendamenti e le eventuali correttive, a quelle che sono le proposte che sono giunte.

 

 

 








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