2014-06-26 14:22:00

Il card. Baldisseri: famiglia cellula fondamentale società


La Chiesa che sostiene e abbraccia la famiglia interrogandosi sulle sfide e le problematiche attuali, per una pastorale sempre più efficace che sappia raggiungere tutti. E’ questa la traccia che ha guidato l’incontro con i giornalisti in Sala Stampa Vaticana per la presentazione dei lavori del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia. 114 le conferenze episcopali coinvolte nel questionario del documento preparatorio, circa il 90% ha risposto prontamente. Annunciato anche il tema dell’Assemblea ordinaria che si terrà nel 2015: “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il servizio di  Massimiliano Menichetti:

La Chiesa madre che guarda alla famiglia che a sua volta genera, costruisce, pone domande e chiede la guida dei pastori, anche alla luce di difficoltà e sofferenze. Su queste direttrici si sono sviluppati gli interventi in Sala Stampa Vaticana per declinare i contenuti dell’Instrumentum laboris per la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi. Insostituibile il ruolo della famiglia nella costruzione della società ha ribadito il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi:

"La famiglia è 'cellula fondamentale della società, il luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri' (EG66), è spazio privilegiato dei valori come la fratellanza, l’amore, il rispetto e la solidarietà tra le generazioni, ove si promuove la dignità delle persone, superando l’individualismo e contribuendo al bene comune della società".

Oggi appare quanto mai urgente l’accompagnamento del nuovo desiderio di famiglia che si accende nelle giovani generazioni – ha aggiunto il porporato - e guardando alle “situazioni pastorali difficili”, che riguardano ad esempio “le convivenze e le unioni di fatto, i separati, i divorziati”, “le madri singole”, ha aggiunto:

"Urge permettere alle persone ferite di guarire  e di riconciliarsi, ritrovando nuova fiducia e serenità. Di conseguenza, serve una pastorale capace di offrire la misericordia che Dio concede a tutti senza misura. Si tratta dunque di 'proporre, non imporre; accompagnare, non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere'".

Circa le unioni tra persone dello stesso sesso, sollecitato dai giornalisti il segretario speciale dell’Assemblea sinodale, mons. Bruno Forte, ha risposto:

"Sono sempre possibili atteggiamenti contrapposti: da una parte, atteggiamenti contro e, dall’altra, atteggiamenti di permissivismo e di relativismo. Si vede, pastoralmente, dalle risposte che gli atteggiamenti maggioritari indicano la ricerca di un dialogo, che distingua fra quello che è l’unicità del matrimonio, secondo il rapporto uomo-donna e con i figli e, dall’altra parte, l’esigenza di riconoscere dei diritti che le convivenze, non solo fra persone dello stesso sesso, possono avere. Credo che questo atteggiamento di attenzione, di rispetto e di chiarezza nello stesso tempo, è quello venuto fuori dalla stragrande maggioranza delle Conferenze". 

“La famiglia è un’esperienza comune dell’umanità”, ha precisato il card. André Vingt-Trois, presidente delegato dell’Assemblea, rimarcando che il Sinodo rappresenta, di fatto, un terreno privilegiato dell’evangelizzazione, perché il messaggio della Chiesa - ha detto -  non è teorico ma si basa sull’esperienza concreta dell’unità della famiglia alla luce della fede. “Una testimonianza, una manifestazione dell’amore di Dio nel mondo”. L'arcivescovo di Parigi ha poi spiegato le sfide dell’azione pastorale: la preparazione al matrimonio, l’accompagnamento delle persone sposate e l’educazione dei figli.

Del ruolo attivo delle famiglie nell’evangelizzazione ha parlato anche il cardinale Péter Erdő, relatore generale dell’Assemblea, il quale ha sottolineato il sostegno che va dato a chi in difficoltà, alle persone che hanno ritrovato la fede, a volte anche dopo un divorzio, “grazie alla testimonianza di amici, di famiglie cattoliche credenti...”:

"Esiste un’esperienza speciale che riguarda persone, che pur essendo state cattoliche battezzate, non si erano mai occupate realmente della loro fede e che soltanto dopo un matrimonio canonico, un successivo divorzio e un altro matrimonio civile cominciano ad arrivare alla fede personale, grazie alla testimonianza di amici, di famiglie cattoliche credenti ecc. Ora queste persone scoprono alla luce della loro fede ‘ritrovata’ che la loro attuale condizione matrimoniale presenta dei problemi nella loro vita ecclesiale. Il loro approccio non è rivendicativo, ma somiglia molto a quello di quanti procedono sul cammino della conversione. Tale cammino può essere pieno di gioie e dolori, ma può e deve essere aiutato dalla comunità dei fedeli".

Sollecitato dai giornalisti il cardinale Erdő ha spiegato che il Sinodo ha uno sguardo sul mondo: dalle problematiche africane del divorzio in un contesto di poligamia, alla questione delle caste in India; dall’America Latina in cui si rintraccia una presenza massiccia di madri, non sposate, che vivono in profonda miseria, all’Europa orientale in cui molte madri e padri cercano lavoro in altri Paesi, lasciando a casa i piccoli. Tutte problematiche ha detto che saranno affrontate ed abbracciate.

Mons. Bruno Forte ha poi definito l’Instrumentum come un testo “aderente alla realtà” e che “non chiude gli occhi davanti a nessun problema”, per quanto difficile, e ha parlato del desiderio di famiglia delle giovani generazioni, come “un segno dei tempi”, “una straordinaria occasione pastorale”:

“Potremmo dire che sia stata quasi una sorpresa vedere come da tutto il mondo si riscontri, nelle giovani generazioni, questo desiderio di famiglia”.

Non è in discussione la Dottrina della Chiesa - ha aggiunto - ma le sue applicazioni pastorali, il mondo di proporla, anche a livello di linguaggio, che rischia a volte di non essere capito. E volgendosi ancora a chi vive realtà che comportano sofferenze ha parlato di una “Chiesa chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre”:

“Tutto questo non ha nulla a che vedere con lo slogan banalizzante, di cui alcuni hanno fatto uso, di ‘divorzio cattolico’. Non si tratta di questo. La medicina della misericordia non è finalizzata a favorire i naufragi, per usare una metafora, ma sempre e solo a salvare la barca sul mare in tempesta, e a dare ai naufraghi accoglienza, cura e sostegno necessari”.








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