2014-06-26 15:39:00

Giornata contro la droga. Onu: occorre impegno globale


L'abuso e il traffico illecito di droga danneggiano gravemente gli sforzi che il mondo compie per fornire una maggiore prosperità e uguaglianza per tutti. Occorre un maggior impegno globale per un futuro sicuro e sostenibile. E’ quanto si legge nel messaggio del segretario generale dell’Onu per l’odierna 18.ma Giornata internazionale contro il consumo di droga. In Italia un grido di allarme e una richiesta di aiuto arriva dalle comunità terapeutiche. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Sono circa 200 milioni le persone che almeno una volta l’anno utilizzano droghe illegali, di questi 25 milioni sono considerati tossicodipendenti. 200 mila le vittime di overdose evitabili ogni anno. Il problema è soprattutto dei giovani tra i 14 e i 30 anni tra i quali il consumo è più del doppio rispetto alla popolazione generale, triplo in caso di cannabis, generando un  commercio illegale di miliardi di Euro: 24 solo in Italia. Affrontare le dipendenze significa - dicono a questo proposito le comunità terapeutiche italiane - fare guerra alle mafie e aiutare e sostenere le famiglie. Il commento di Luciano Squillace, vice presidente della Federazione italiana Comunità terapeutiche:

R. - L’11% degli introiti della criminalità, a livello mondiale, è legato alle sostanze stupefacenti. Se a questo si aggiunge il riciclo di denaro sporco che, per esempio, viene fatto con un’altra terribile dipendenza che in Italia ha preso piede in maniera fortissima, che è quella del gioco d’azzardo, ecco che le mafie in senso generale dalle dipendenze traggono la liquidità che serve per portare avanti le loro attività quotidiane.

Prevenzione, riabilitazione, protezione sociale, coesione, promozione del dialogo tra politica e comunità scientifica. Queste le raccomandazioni dell’Onu in una giornata in cui il messaggio di fondo è positivo: la dipendenza è prevenibile e curabile. Dove c’è aiuto c’è anche la speranza. Ma ci vuole attenzione, soprattutto politica. Il silenzio in Italia - ribadiscono le comunità terapeutiche - è dannoso:

R. - Il silenzio purtroppo - che ormai dura da tanti anni - è un silenzio che in qualche modo porta anche a “normalizzare” il problema delle dipendenze: sembra che sia naturale che oggi si muoia per fattori legati alla droga; che sia normale che il 50% degli adolescenti dichiari di fare uso di droga; che sia normale che si muoia ancora troppo spesso di incidenti stradali legati all’abuso di alcool e così via. Però non è con la repressione che si possono risolvere questi problemi, ma è con un investimento serio di risorse soprattutto nel campo educativo e della prevenzione. Purtroppo questa disattenzione, questo ragionare esclusivamente in termini economici ha portato sempre di più a mettere al centro il problema e non la persona. L’inversione di cui c’è necessità in questo momento per agire seriamente nell’ambito del problema delle dipendenze, è quella di tornare a mettere seriamente la persona al centro, considerandola nella sua straordinaria complessità.

D. - Cosa c’è dunque da celebrare in questo 26 giugno?

R. - Vogliamo fortemente rammentare da un lato purtroppo i tanti giovani che non ce l’hanno fatta, che ricordiamo e portiamo sempre con noi nel lavoro quotidiano. Ma vogliamo anche celebrare gli sforzi di tantissime realtà sul territorio nazionale, servizi privati, comunità terapeutiche, ma anche servizi pubblici come i Sert, che, nonostante l’assoluta e totale indifferenza, spesso e volentieri delle istituzioni, e nonostante le pochissime risorse, sono riusciti a costruire in alcuni casi dei modelli di straordinaria valenza per il contrasto alle dipendenze. Siamo convinti che sia ancora oggi possibile ragionare su un futuro certamente migliore del presente. Però questo ragionamento non può prescindere da due elementi fondamentali: riaccendere l’attenzione su questo problema, tutt’altro che risolto, e poi la capacità nostra di costruire realmente una rete, un’integrazione, tra i diversi servizi che consenta di portare avanti un intervento adeguato al territorio.








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