2014-06-23 19:11:00

Iraq: jihadisti a nord e ovest. Kerry. subito unità nazionale


“L’offensiva in corso dei jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante minaccia  la pace regionale e internazionale”. E’ un grido di allarme quello lanciato oggi dal premier iracheno Al Maliki incontrando  il segretario di Stato americano Kerry, a sorpresa a Baghdad per spingere, in linea con l’Ue, verso la formazione di un governo di unità nazionale. Intanto il nord e l’ovest del Paese sono ormai nelle mani dei guerriglieri islamici. Richiamato l’ambasciatore del Kuwait a Baghdad. Il servizio di Gabriella Ceraso:

E’ a rischio l’esistenza stessa dell’Iraq, secondo il segretario di Stato Usa Kerry, davanti all’avanzata che semina morte e distruzione, delle milizie dello Stato islamico dell’Iraq e del levante. Decapitati e impiccati centinaia di soldati tra Salahaddin, Ninive, Dilaya,Kirkuk, ammette il governo; circa 70 detenuti uccisi con le guardie a sud di Baghdad in un’imboscata, mentre  a Mosul l’arcivescovo caldeo denuncia la distruzione di una statua della Madonna durante la presa della città. Tra le ultime conquiste dei guerriglieri ci sono Tal Afar città e scalo strategico, due valichi di frontiera tra cui quello con la Giordania che ha chiuso il confine e l’assedio alla diga di Haditha, sul fiume Eufrate, che alimenta la seconda centrale idroelettrica del Paese a rischio buio. Il Kuwait ha richiamato l'ambasciatore per motivi di sicurezza. In tutto questo l’esercito indietreggia e piovono le critiche sulla gestione politica  del premer al Maliki  sia da parte sunnita, con l’ex premier Allawi, sia sciita con Jaafar Mohammed, mentre Usa e Ue spingono per un governo di unità nazionale al più presto. Occorrono riconciliazione e dialogo dice l’Unione europea nel giorno in cui il Consiglio Ue Affari esteri stanzia altri 5 milioni di euro per i bisogni dei civili in fuga.

Ma in questa fase quale ruolo possono giocare gli Stati Uniti? Marco Guerra lo ha chiesto ha Dennis Redmont, responsabile della comunicazione del Comitato Italia-Usa:

R. – Per adesso, l’atteggiamento degli Stati Uniti è stato abbastanza prudente. Però, ci sono stati contatti che questa settimana continueranno con l’Iran. Ricordiamo che l’Iran, che ha abbastanza leve sul governo di Maliki, ha già cooperato con gli Stati Uniti nel 2001 per il problema dei talebani in Afghanistan, perciò si potrebbero trovare degli interessi che coincidano tra l’Iran e gli Stati Uniti. L’unico problema, naturalmente, è che gli Stati Uniti devono mettere d’accordo tutti i Paesi della zona che in un certo modo sono coinvolti. Quindi, la Turchia dovrebbe chiudere le frontiere, per impedire che dei rinforzi vadano ad aiutare l’Isil, e poi l’Arabia Saudita il Kuwait e alcuni Stati del Golfo dovrebbero fermare i finanziamenti all’Isil. Le scelte di Obama non sono delle scelte facili, popolari e operative. Alcune soluzioni sono brutte e alcune molto brutte.

D. – Siria, questione palestinese, Iraq, Egitto... Quale di queste situazioni al momento è la più critica e la più importante per gli Stati Uniti i








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