2014-06-23 07:06:00

Crisi ucraina: Parigi e Berlino rilanciano i negoziati


La Nato rinnova il suo appello alla Russia perchè smetta di destabilizzare l'Ucraina e chiede a Mosca "di sostenere il piano di pace presentato da Poroshenko" venerdì scorso. Il portavoce del segretario generale della Nato, Rasmussen, ha parlato alla vigilia della riunione ministeriale Nato che si aprirà domani sera. In particolare il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel chiedono a Putin di "promuovere la ripresa dei negoziati" in Ucraina e invitano le parti coinvolte a cessare le ostilità. Il servizio di Fausta Speranza:

Il presidente Putin lancia il suo appello alle parti in conflitto chiedendo un “dialogo concreto”. Intervenendo in televisione, Putin chiede “un dialogo approfondito e sostanziale", e ribadisce l’appoggio di Mosca al piano di pace ucraino. Ma Putin insiste anche sul fatto che Kiev debba fermare le operazioni militari e garantire i diritti dei russofoni. Da qualche ora non si ha notizia di combattimenti nell’Est, combattimenti che erano proseguiti nonostante l’annuncio venerdì del cessate il fuoco unilaterale di Kiev e del piano di pace da parte di Poroshenko. Intanto, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, è intervenuto sostenendo il piano di pace presentato da Poroshenko, con l'offerta di dialogo coi filorussi. Ha espresso "la speranza che il piano riduca la violenza e le tensioni nell'Est del Paese". E, sollevando la questione della situazione umanitaria in Ucraina, ha promesso l’aiuto delle Nazioni Unite a Kiev in particolare nell’assistenza agli sfollati. 

Delle possibile mosse diplomatiche in questa fase, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università del Salento:

R. - Serve innanzitutto che sia il presidente ucraino che il presidente russo, o meglio, i loro emissari, si siedano a un tavolo delle trattative. Mi sembra abbastanza azzardato lanciare un piano un giorno sì e l’altro pure senza che le parti in causa dialoghino. In più, bisogna vedere qual è il controllo delle due parti, ma soprattutto di una, cioè la Russia, sulle milizie che combattono contro i governativi.

D. – Infatti, Putin raccomanda a Kiev di tutelare i diritti dei filorussi e anche di interrompere qualsiasi azione militare…

R. – Sì, qui poi bisogna capire… E’ vero, bisogna salvaguardare le popolazioni filorusse, bisogna vedere però la Russia fin dove si vuole spingere: cioè vuole creare un nuovo "sistema Crimea" o vuole soltanto che in quelle aree ci siano forti autonomie e non ci siano vendette dopo il conflitto in corso? Sono domande che bisogna porsi, per capire chiaramente quali sono le intenzioni delle aree a forte presenza russa e qual è il loro futuro.

D. – Ban Ki-moon da parte sua appoggia il piano, promuove qualunque tentativo di dialogo e raccomanda la soluzione della questione umanitaria...

R. – Che forse, come al solito, l’Onu dovrebbe muoversi molto di più e in ogni caso in maniera assolutamente più decisa. Sul terreno si spara e non è di molto tempo fa l’abbattimento di un aereo ucraino. Ma anche ci sono immagini foto e prove della violenza delle risposte ucraine nei confronti delle popolazioni, e non soltanto dei miliziani, ma soprattutto delle popolazioni filorusse, e quindi a questo punto è inutile che Ban Ki-moon parli da New York. E’ necessario che si trovi un accordo all’interno del Consiglio di Sicurezza, per trovare una soluzione e affinché faccia una proposta senza aspettare che vengano fatte proposte dalle parti in causa che, in quanto tali, non sono in grado di fare una proposta oggettiva.

D. – Che dire dell’appello del presidente francese Hollande, e della cancelliera tedesca Merkel, a Putin, perché contribuisca al dialogo?

R. – Sono richieste assolutamente apprezzabili, ma che dimostrano anche una certa debolezza. Sembra strano, ma probabilmente la debolezza maggiore ce l’ha la Germania, per tutta una serie di legami che negli anni si sono sviluppati con la Russia, che sono naturalmente legami economici, energetici, e che portano i due Paesi, la Germania da una parte e la Francia dall’altra, a fare proposte, ma, poi, bisogna vedere quanta pressione possono fare questi due Paesi nel caso della Russia.








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