2014-06-17 11:51:00

Siria. Aleppo ancora senz'acqua, le chiese riattivano i pozzi


Da due giorni la città di Aleppo si ritrova di nuovo senz'acqua. La sospensione ripetuta delle forniture idriche nelle ultime settimane è diventata uno strumento di pressione in mano alle milizie ribelli che circondano la metropoli della Siria settentrionale e che mantengono sotto il proprio controllo le stazioni di pompaggio. Periodicamente, e nonostante gli interventi di sensibilizzazione e mediazione messi in atto dagli operatori della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa, l'erogazione dell'acqua viene sospesa e per giorni la popolazione civile si trova colpita da un'ennesima punizione collettiva, ancor più opprimente nei caldi mesi estivi.

“Nelle nostre chiese e nelle moschee” riferisce all'agenzia Fides l'arcivescovo armeno cattolico Butros Marayati, per venire incontro all'emergenza abbiamo riattivato gli antichi pozzi che garantiscono l'accesso alle faglie acquifere. Le famiglie vengono a prendere l'acqua per lavarsi e pulire i vestiti”. Ma capita anche che la stessa acqua venga utilizzata per dissetarsi, nonostante non sia potabile. Così aumenta il rischio di infezioni e epidemie.

Nei giorni scorsi l'arcivescovo Marayati si è recato insieme al vescovo ortodosso di Aleppo in visita al quartiere di al-Maidan, abitato in gran numero da armeni e sottoposto da settimane a un massiccio lancio di missili da parte dei ribelli. “Abbiamo trovato case e scuole distrutte” riferisce a Fides l'arcivescovo, “e tanta gente rifugiata nei locali delle chiese, anch'esse prese di mira. Tutti sono presi dalle necessità della sopravvivenza quotidiana. A ciò si aggiunge l'inquietudine per le notizie che arrivano dall'esterno, come quella della conquista della città irachena di Mosul da parte degli islamisti. Che una città così grande possa cadere in quel modo, da un giorno all'altro, qui da noi viene visto come un segno preoccupante”. (R.P.)








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