2014-06-12 13:12:00

Lisbona: incontro dei portavoce degli episcopati europei


Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia: dall’indizione alla diffusione del questionario, dall’Instrumentum laboris alla “sfida comunicativa”: sono i temi della seconda giornata dell’incontro degli addetti stampa e portavoce delle Conferenze episcopali europee in corso a Lisbona, organizzato dal Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee). Una cinquantina di partecipanti, provenienti da tutto il continente - riferisce l'agenzia Sir - stanno mettendo a fuoco i temi dell’attualità ecclesiale, i prossimi impegni, nuove possibili sinergie. Fra gli interventi di oggi sono previsti quelli del card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana e di mons. Domenico Pompili, direttore dell’ufficio Comunicazioni sociali della Cei.

Nel corso della prima giornata i lavori sono stati presentati da padre Duarte da Cunha, segretario generale Ccee e da mons. José Ignacio Munilla, presidente della commissione comunicazioni sociali Ccee. Quindi si è svolta una tavola rotonda sul tema “Papa Francesco, un comunicatore globale”, introdotta e moderata da Paul Wuthe, direttore dell’agenzia di stampa della Conferenza episcopale austriaca. “L’Habemus Papam è stato un evento mondiale con share da primato - ha affermato -. In Austria è stata la trasmissione televisiva più seguita di tutto il 2013”. 

Paul Wuthe, proponendo alcuni spunti sul tema del “Papa comunicatore”, ha presentato tre aspetti: Papa Bergoglio come “fenomeno mediatico”, rischi e opportunità legati a questo aspetto, e infine le “conseguenze” per i comunicatori ecclesiali. “Il Santo Padre sa trasmettere il messaggio cristiano con un linguaggio quotidiano, comprensibile da chiunque, essenziale. Un messaggio che per questo diventa coinvolgente”. Non solo: “Il Papa comunica anche con i gesti, i segni, con immagini che non devono - ha aggiunto il giornalista austriaco - essere tradotti. Basti pensare agli abbracci alle persone ammalate o anziane, o alla lavanda dei piedi in carcere”.

Ma ciò che rende ancora più “comunicativo” Papa Francesco è, secondo Wuthe, “la sua credibilità personale. Per questo la sua testimonianza è immediata, diretta, mai astratta”. Il suo “stile narrativo” comprende parole e comportamenti, compresi “il modo di vestire, l’andare in pullman con i cardinali oppure il fatto di risiedere a Santa Marta”. Wuthe ha quindi ricordato che “prima o poi l’interesse mediatico andrà calando” ed è possibile che “taluni suoi messaggi siano fraintesi” oppure “strumentalizzati”. Per questa ragione i comunicatori ecclesiali dovranno “essere esaustivi” “cercando di raccontare con puntualità ciò che dice il Papa, e come lo dice”, “contestualizzando sempre il suo messaggio”. (R.P.)








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