2014-06-09 14:33:00

L'italiano in frontiera, il convegno di Radio Capodistria


L’italiano in Slovenia non solo come lingua di minoranza, ma come opportunità di integrazione tra diverse culture. E’ l’obiettivo del Convegno "L’italiano sulla frontiera. Est/ovest: opportunità e rischi", organizzato in occasione del 65.mo anniversario di Radio Capodistria. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Aljoša Curavić, caporedattore di Radio Capodistria: 

R. - Questo convegno è dedicato alla lingua italiana e ai 65 anni di Radio Capodistria, un'emittente che parla in italiano su questo territorio che insieme alle altre lingue che ospita, come lo sloveno e il croato, ha da sempre caratterizzato quest’area. Quindi, l’occasione era quella di monitorare - in occasione del 65.mo anniversario di Radio Capodistria ma anche di Radio Koper - lo stato di salute della lingua italiana in un’area di confine, ma da sempre votata, non solo al rispetto delle soggettività linguistiche che vi abitano, ma anche a quella dimensione eminentemente europea il dialogo multiculturale e multilingui stico. Questo è un po’ il motivo per cui ci siamo avventurati in questo seminario.

D. - Cosa significa vivere l’italiano come lingua di minoranza?

R. - Sicuramente, è una sfida quotidiana. Devo dire che l’italiano in quest’area istriana che appartiene alla Slovenia ha tutte le tutele normative. C’è però da dire ch,e da un punto di vista pratico, come spesso succede, queste tutele non vengono applicate oppure, se sì, solamente in parte. Da questo punto di vista, pensiamo sia molto importante il ruolo che svolgono i media della comunità italiana. Non mi riferisco solo a Radio Capodistria, ma anche a Tv Capodistria e al quotidiano “La voce del popolo”. Da questo punto di vista, è l’aspetto minoritario per quanto riguarda la lingua: è una lotta quotidiana, una lotta spesso ai limiti della sopravvivenza.

D. - Quali sono le opportunità della lingua italiana?

R. - Le opportunità sono quelle di dialogare, di portare un messaggio culturale di quest’area, di questa sparuta comunità di italiani che vivono in quest’area, alla popolazione di riferimento, quindi alla nazione madre. Quindi, questo è collegamento di una parte con la comunità italiana che è rimasta in Croazia divisa da un confine fino a ieri, ma oggi caduto - grazie a Dio - grazie all’inclusione della Croazia nella Comunità europea. Dall’altra, di portare questo ponte verso la nazione madre, quindi il Friuli-Venezia Giulia e verso la cultura italiana. Questa è sicuramente una grande opportunità, non solamente per la comunità nazionale, ma per tutto il territorio e per la popolazione slovena e croata di maggioranza.








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