2014-06-09 17:05:00

Invocazione per la pace, Francesco ci ha restituito il coraggio della fede


"E' la prima volta nella storia che dentro le mura vaticane risuonano preghiere della liturgia ebraica e preghiere musulmane. E già questo è un fatto storico. Il fatto poi che si sia fatto ricorso alla preghiera per tentare di sbloccare una situazione che in Terra Santa è incancrenita da più di 60 anni è un tentativo coraggioso di rovesciare il tavolo, dove politica e diplomazia hanno fallito, per chiedere aiuto all'Onnipotente". Così, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, commenta l'Invocazione per la pace in Medio Oriente voluta da Papa Francesco che ha riunito nei Giardini Vaticani il presidente israeliano Shimon Peres e il suo omologo palstinese Mahmoud Abbas.

"E' molto significativo - commenta lo storico - che lo Spirito d'Assisi lanciato da Giovanni Paolo II nel 1986, le religioni in preghiera insieme per la pace, sia oggi veramente l'iniziativa più importante che si può mettere in atto per sbloccare la situazione. Il 27 ottobre '86 portò a una tregua mondiale, un'icona che incoraggia tutti i credenti a continuare su quel cammino. Francesco ci ha restituito il coraggio e la bellezza di essere credenti".  

 

"Ma quello che è accaduto ieri è anche un momento di grande amicizia", prosegue Impagliazzo. "L'accoglienza degli ospiti sul portone di Santa Marta, le conversazioni amichevoli sul pulmino, il gesto di piantare insieme l'ulivo, dimostrano che gli uomini e le donne di religione possono portare al mondo quell'amicizia che spinge verso il dialogo e che domani - se fatto con coraggio - porterà alla pace". "Siamo sempre davanti a un bivio: la religione come motivo di scontro o luogo di dialogo, senza rinunciare alla propria identità", prosegue il presidente della Comunità trasteverina."E ieri questo bivio ha avuto un tornante totalmente positivo verso una stagione di amicizia". 

"La grande preghiera che il Papa ha convocato lo scorso settembre per la pace in Siria ha fermato un'ulteriore recrudescenza del conflitto che rischiava di diventare mondiale", conclude Impagliazzo. "Di fronte a ogni situazione, quindi, anche la più complessa, possono esserci delle soluzioni. Proprio nel giorno di Pentecoste il Papa ci ha ricordato le sorprese che può portare la storia se vista con gli occhi dei credenti. Ci ha ricordato che ebrei, cristiani e musulmani devono pregare di più per la Terra Santa. E infine ha rilanciato un dialogo e spronato la politica a trovare nuove soluzioni".








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