2014-06-08 18:21:00

Invocazione per la pace. Enzo Bianchi: gesto profetico del Papa


Storico incontro nei Giardini Vaticani promosso da Papa Francesco con il presidente israeliano Peres e il presidente palestinese Abbas: si tratta di una invocazione per la Pace. All’evento partecipa anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Sull’iniziativa, Sergio Centofanti ha sentito il priore di Bose, Enzo Bianchi:

R. – Questa iniziativa di Papa Francesco ha sorpreso un po’ tutti, perché è un gesto che davvero non era mai avvenuto per iniziativa del Papa. E invece, mi sembra che abbia un grande significato, perché il Papa si pone così non all’interno dello scacchiere politico per risolvere i problemi del Medio Oriente; neanche pensa semplicemente di fare un’ammonizione per la pace, ma è riuscito a coinvolgere due protagonisti dello scontro che c’è in Medio Oriente per riportarli alla preghiera per la pace e portarli a quel rapporto con il loro Dio che poi, secondo la tradizione, è lo stesso Dio: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. E tutti chiedono la pace: certamente, uno dopo l’altro, non si tratta di fare confusioni, sincretismi, una preghiera comune; però, una preghiera a Dio in cui uno è testimone dell’altro, e questo è il coinvolgimento umano perché davvero la pace venga sentita come un dono che si può invocare e che ci impegna fortemente, e ci impegna con una responsabilità gli uni con gli altri: cristiani, ebrei e musulmani. Mi sembra una cosa davvero profetica, bella, inedita – certo! – ma questa direi che è anche proprio la capacità che Papa Francesco ha di sentire proprio il cuore, di sentire le sue profondità di misericordia e di compassione, e tradurre questi sentimenti in gesti eloquenti per tutti: credenti e non credenti.

D. – Che cosa può fare la preghiera, di fronte ad una crisi così lunga?

R. – Ma … in una crisi così lunga non c’è possibilità di risoluzione del conflitto, se non passando un giorno attraverso il perdono reciproco. Perché da una parte e dall’altra ci sono delle ragioni di guerra e non di pace. Però, se si arriva al perdono, alla riconciliazione, io credo che questo sia il cammino. Ma per un cammino di quel genere bisogna chiedere il dono a Dio. Ecco perché la preghiera è davvero rivolgersi a quel Dio nel quale la giustizia contiene anche il perdono. E allora questo gesto diventa davvero una domanda di pace, certamente a Dio, ma anche agli uomini, in vista di un perdono, di una riconciliazione.








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