2014-06-07 13:18:00

Vodafone: governi sorvegliano comunicazioni. Garante: inaccettabile


La società britannica di telefonia Vodafone ha reso noto che alcuni governi sono in grado di sorvegliare la sua rete e di monitorare le comunicazioni dei clienti. Si tratta di "un limitato numero di Paesi" in cui "non serve l'autorizzazione dell'operatore per poter ascoltare le conversazioni". L'Italia è il Paese in cui Vodafone registra il più alto numero, 606mila, di richieste legali di informazioni. Per il garante della privacy Antonello Soro è inaccettabile questa opera di sorveglianza massiccia da parte dei governi. Per l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, le cause in Italia sono da riportare alla presenza della mafia. Ma come si può conciliare la necessità di garantire la privacy dei clienti e l’obbligo di rispettare le richieste dei governi, che devono vigilare sulla sicurezza nazionale? Maria Gabriella Lanza lo ha chiesto a Ruben Razzante, docente di diritto dell’informazione e della comunicazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma:

R. – Ci sono diversi dati che devono essere innanzitutto classificati e suddivisi. Ci sono, quindi, dei dati sensibili, che riguardano aspetti strettamente privati e intimi della vita di una persona, che devono rimanere rigorosamente riservati, se non quando non integrino gli estremi di qualche reato oppure gli estremi di qualche rischio per la sicurezza. Un conto è “attenzionare” una serie di utenze, che hanno una rilevanza sulla base di sospetti, di indizi e così via, altra cosa è fare del monitoraggio a strascico su tutte le utenze o su tante utenze e ascoltare anche telefonate di persone che non hanno assolutamente alcun rilievo per la giustizia. La soluzione, quindi, è predisporre dei protocolli efficaci, di sicurezza, che rendano trasparenti le modalità, in base alle quali questi controlli vengono fatti.

D. – La Vodafone ha portato alla luce questa realtà, e le altre compagnie?

R. – E’ opportuno che anche altre compagnie facciano - per così dire - outing, cioè ammettano di essere state oggetto di questo tipo di richieste dalle autorità dei vari Stati. E mi chiedo perché la Vodafone abbia svelato questa cosa soltanto oggi, peraltro si poteva anche intuire che fosse così, ma meglio tardi che mai. Io credo che sia giusto che altre compagnie svelino questo e che magari si arrivi alla definizione di accordi, anche sotto l’egida del garante della privacy, che è anche intervenuto su questa vicenda, sottolineando l’esigenza di garantire la dignità e la privacy delle persone; e, magari, sotto l’egida del garante della privacy si potrebbe addivenire ad un accordo che salvi questo equilibrio: da una parte l’esigenza di sicurezza nazionale, di tutela dell’ordine pubblico e anche di amministrazione della giustizia e, dall’altro, però, i valori fondamentali della persona, tra cui la dignità e la riservatezza della vita privata.








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