2014-06-07 14:22:00

Ucraina, Poroshenko: "Nessun compromesso sulla Crimea"


“Nessun compromesso è possibile” sulla Crimea e la scelta europea dell’Ucraina: lo ha dichiarato il neopresidente ucraino, Petro Poroshenko, che si è insediato oggi. Esclusa una riorganizzazione federale del Paese: l’offerta ai filorussi dell’est è quella di maggiori autonomie. I colloqui avvenuti a margine delle celebrazioni del "D-Day" avevano invece fatto pensare a una possibile distensione tra Russia e Ucraina. Davide Maggiore ha raccolto in proposito il commento del prof. Roberto Morozzo, docente di Storia dell’Europa orientale dell’università di Roma Tre:

R. – Poroshenko ha fatto un discorso ufficiale ed è essenzialmente un discorso rivolto e influenzato dai nazionalisti ucraini, che lo hanno eletto. Poroshenko è stato il candidato antirusso, anche se lui personalmente ha sempre avuto scambi economici: è un oligarca del cioccolato che ha sempre esportato in Russia e che ha quindi avuto buoni rapporti con i russi. Quindi, un conto è il Poroshenko che dialoga in privato con Putin e un conto è quello che deve rispondere a chi lo ha eletto.

D. – Contemporaneamente, pur ribadendo che il Paese resterà unitario, Poroshenko ha aperto ai filorussi: c’è una mano tesa ai filorussi, anche se non ovviamente ai violenti. E’ una strategia che può funzionare?

R. – In un discorso ufficiale formalmente intransigente, in effetti, Poroshenko ha parlato di decentramento regionale e questa è una mano tesa che speriamo sia sufficiente per condurre in porto una trattativa di pace. Naturalmente, i filorussi chiedono di più: chiedono una Ucraina federale e Poroshenko offre delle autonomie regionali. Bisogna vedere se riusciranno a incontrarsi queste due offerte.

D. – Più in generale, la strategia di Poroshenko – dialogante all’esterno e, invece, più intransigente all’interno – può portare a una soluzione di questa crisi che ormai dura da mesi?

R. – E’ molto presto per dirlo. E’ certo che Poroshenko, per la sua biografia, ha presente quale sia la collocazione dell’Ucraina: quella di un Paese molto legato alla Russia, che peraltro vuole anche avere rapporti stabili con l’Unione Europea. Se Poroshenko farà dell’Ucraina un Paese sostanzialmente neutrale, probabile avremo la pace. Se dà ascolto di più ai nazionalisti dell’ovest, forse non avremo la pace. Dipende dalla sua capacità e libertà di manovra.

D. – C’è poi il nodo che interessa non solo Russia e Ucraina, ma anche l’Europa, della politica energetica. Ieri, Putin aveva parlato di un “accordo vicino” sul gas. Questa nuova presa di posizione di Poroshenko può in qualche modo incidere su questo punto?

R. – Direi di no. E’ una questione molto particolare, quella del gas: l’Ucraina ha bisogno del gas russo per oggi e per i prossimi anni. Il gas è sempre stata un’arma più in mano a Putin che agli ucraini, anche se gli ucraini, come sappiamo, possono sempre interrompere le forniture russe all’Europa occidentale e quindi danneggiare la Russia. Però, l’Ucraina stessa ha bisogno del gas.

D. – Si prospetta quindi, almeno stando alle parole di Poroshenko, un avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea: ma l’Unione Europea, o qualche altro attore internazionale, può in questo momento svolgere un ruolo per risolvere la crisi?

R. – L’Unione Europea ha avuto un ruolo molto costruttivo negli ultimi giorni. C’è da chiedersi l’atteggiamento americano quale sia veramente, perché ci farebbe anche pensare che Obama abbia fatto la voce dura anche al G7 contro la Russia forse per preparare un terreno a un accordo di compromesso. Ma tutto questo non è dato saperlo, se non in certe segrete stanze...








All the contents on this site are copyrighted ©.