2014-06-07 13:13:00

Il centenario della villa Abamalek sul Gianicolo


L’immensa villa Abamelek (33 ettari) sul lato orientale del Gianicolo, dirimpettaia del colle Vaticano, ha celebrato ieri il centenario dell’ impronta, nello stile del rinascimento italiano, data al suo principale edificio e, in particolare, dell’adattamento in teatro del suo salone di rappresentanza -volta in cassettone, arazzi fiamminghi alle pareti, colonne di alabastro per delimitarne il proscenio. Un’opera intrapresa dal suo proprietario, il principe russo Semen Semenovich Abamelek-Lazarev, imprenditore colto e uomo di stato – scelse l’Italia come seconda patria perché appassionato d’arte e archeologia – che si avvalse dell’opera di un architetto di vaglia e suo amico, il romano Vincenzo Moraldi.

La commemorazione dell’evento – i lavori si conclusero nel 1914 –  è stata promossa dalla Federazione Russa, divenutane proprietaria con il Trattato di pace, alla fine del secondo conflitto mondiale, attraverso la sua Ambasciata  in Italia, che vi ha la sede di rappresentanza, con il sostegno dei ministeri degli Esteri e della Cultura ed il patrocinio, fra gli altri, del Comune di Roma; ed è stata animata soprattutto da storici e docenti  italiani e russi, ma anche da critici d’arte italiani, dal vice direttore dell’Orto Botanico di Roma ( che ha evocato la storia delle ville e giardini storici della città e illustrato la valenza del parco della villa nell’ecologia del Gianicolo), e dall’ archimandrita Antoniy che prima di evocare l’ultima costruzione sorta cinque anni fa nel parco, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria della quale è parroco, ne ha tracciato la “preistoria”, ricordato cioè la presenza in Italia della Chiesa ortodossa russa (Patriarcato di Mosca). Tutta una serie di studi che avviata dalla  fondamentale monografia del 2001 della storica Carla Benocci, della Sovrintendenza di Roma Capitale, non si è per nulla esaurita. (A cura di Graziano Motta)

 

 








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