2014-06-06 07:46:00

La crisi ucraina al vertice del G7. Assente Putin


La cerimonia del D-Day oggi in Francia sarà un'occasione per i leader dei maggiori Paesi del mondo per continuare i colloqui iniziati ieri al G7 di Bruxelles. Questione energetica, ma soprattutto crisi ucraina sul tavolo nella capitale belga: assente per la prima volta in vent’anni Mosca a cui è andato l’ennesimo avvertimento dei leaders. Giovanni del Re  

Le economie avanzate si stanno riprendendo ma non basta, serve una crescita sostenuta per far ripartire l’occupazione. E’ l’analisi dei sette grandi che ieri a Bruxelles hanno concluso il G7. I leader promettono ulteriori passi per arrivare a una crescita sostenuta ed equilibrata. Al vertice ieri si è parlato ancora di Ucraina, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha insistito che il leader russo Vladimir Putin dovrà riconoscere l’elezione del neopresidente Petro Poroshenko e porre fine al flusso di armi e miliziani in Ucraina orientale. Altrimenti, avverte il leader americano, siamo pronti ad aumentare i costi per la Russia e cioè a sanzioni più dure. Si è parlato  di energia, la crisi ucraina, si legge nel comunicato finale, evidenzia che la sicurezza energetica deve essere al centro della nostra agenda collettiva. Serve diversificazione delle fonti energetiche e modernizzazione delle infrastrutture. A margine del G7 si è discusso anche di nomine europee, con vari bilaterali tra i leader di Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia. Le chance del lussemburghese Jean-Claude Juncker sembrano attenuarsi, ieri si è mostrato tiepido anche il premier italiano Matteo Renzi. Nessun candidato, ha detto, ha ottenuto la maggioranza assoluta, non sono ammessi veti e diktat, serve una soluzione di consenso per un’agenda di rilancio dell’economia e dell’occupazione in Europa. Contrarissimo a Juncker resta il premier britannico David Cameron








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