2014-06-05 13:27:00

La difesa della vita al centro della Plenaria dei vescovi svizzeri


“Una società è autenticamente umana quando, combattendo la sofferenza e la malattia, si dimostra capace di accogliere ogni persona nella sua dignità e di fare posto ai più piccoli e più vulnerabili tra gli uomini”. È questo uno dei passaggi-chiave del documento diffuso dalla Conferenza episcopale svizzera (Ces) al termine della 304.ma Assemblea ordinaria, svoltasi dal 2 al 4 giugno ad Einsiedeln. Un testo particolarmente incentrato sulla necessità di tutelare la vita sin dal concepimento e che risponde, così, alle proposte di legge attualmente in esame sulle diverse possibilità di diagnosi pre-impianto: tale tecnica permette di analizzare un embrione concepito in vitro prima che venga impiantato in utero, allo scopo di individuarne eventuali anomalie.

Si tratta di proposte che la Chiesa elvetica respinge, sottolineando che “una società non diventa migliore quanto autorizza la selezione di coloro che considera ‘validi’ e la conseguente eliminazione degli altri”. Per questo, si legge nel documento episcopale, “la Chiesa rifiuterà sempre di considerare la scelta, la selezione e l’eliminazione degli esseri umani come un progresso”. Al contrario, “essa plaude ad un orientamento della tecnica verso soluzioni rispettose della vita umana in tutte le sue fasi”.

Di qui, l’appello della Ces affinché venga “salvaguardata e rafforzata una cultura della vita che risponda alla dignità umana”. E in quest’ottica, i presuli svizzeri annunciano, per il 12 e 13 settembre prossimi, un incontro organizzato dalla Commissione episcopale di bioetica, insieme al Dipartimento di teologia morale ed etica dell’Università di Friburgo: obiettivo dell’evento sarà quello di illustrare “la posizione della Chiesa cattolica nei confronti del dono della vita e della procreazione medicalmente assistita”. Infine, in ambito ecumenico, i vescovi rendono noto che è in preparazione una Lettera episcopale contenente alcuni orientamenti sul modo di vivere l’Eucaristica come “Sacramento dell’unità”. (I.P.) 








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