2014-06-01 08:04:00

Blasfemia in Pakistan. P. Mendes: sempre più vittime


In Pakistan, resta preoccupante la situazione di quanti, cristiani o musulmani, vengono accusati in base alla “legge sulla blasfemia”, che prevede in alcuni casi anche la possibilità di applicare la pena di morte. Sugli effetti di questa norma, in vigore da decenni, Davide Maggiore ha raccolto la testimonianza di padre Bonnie Mendes, dell’Ufficio per lo sviluppo umano della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia:

R. – The law remains the same, and it is always very dangerous …
La legge è rimasta la stessa ed è sempre molto pericolosa, ma ora sempre più persone la mettono in pratica: ora minacciano anche i poveri, non solo i cristiani, ma anche i musulmani. Poco tempo fa a Multan, è stato ucciso un avvocato musulmano, Rashid Rehman Khan, che difendeva un altro musulmano accusato ingiustamente di blasfemia. Sono state uccise così tante persone, troppe persone, in modo diretto o indiretto. Il governatore della provincia, ad esempio, non era stato accusato di blasfemia: aveva soltanto sostenuto che una donna, Asia Bibi, era stata accusata ingiustamente. Solo questo aveva detto. E poi è stato ucciso.

D. - Non è possibile appellarsi al governo, affinché non si verifichino più questi casi?

R. – It is difficult because even if anybody appeals …
È difficile perché chiunque vi faccia appello, diventerà bersaglio degli estremisti. Questo è un altro caso di minaccia indiretta: anche se provi a dire soltanto “Cambiamo la legge”, sarai minacciato, come è accaduto a Sherry Rehman. Lei aveva soltanto proposto di esaminare la legge: è stata minacciata di morte e ha dovuto abbandonare il Paese. È andata in America e lì è divenuta ambasciatrice del Pakistan.

D. – Lei ha detto che spesso le persone vengono accusate ingiustamente di blasfemia. Perché vengono mosse delle false accuse?

R. – When you are accused of blasphemy …
Se ti accusano di blasfemia, tu scappi e le tue proprietà vengono confiscate oppure tu le svendi per andartene. C’è sempre una ragione secondaria quando si accusa qualcuno di blasfemia.

D. – Lei ha fatto riferimento al caso di Asia Bibi, che è stata accusata di blasfemia e che si trova in carcere da anni. Ha qualche notizia riguardo le sue condizioni e sullo stato del suo caso giudiziario?

R. – We know her state in jail: I mean, she’s getting weak …

Sappiamo come sta, in prigione; sappiamo che è sempre più debole, ma per il resto sta bene. Ma il solo restare in carcere per tanti anni è in una punizione terribile in sé, specialmente per il fatto che è stata accusata ingiustamente, come aveva detto lo stesso governatore. Anche il fatto che la Corte non abbia ancora pronunciato la sentenza è molto triste, perché i giudici hanno paura.

D. – In che modo i cristiani pakistani reagiscono a queste difficoltà?

R. – They continue to come to church …
Continuano a venire in chiesa, a pregare e sono fedeli alla Chiesa. Ogni tanto si sente di qualcuno che si è convertito all’islam, ma sono sostanzialmente persone minacciate, fragili o addirittura rapite e costrette a convertirsi all’islam, soprattutto le ragazzine. Ma a prescindere da questi casi, rimangono fedeli alla Chiesa e continuano a pregare e continuano a cercare un modo per combattere questa legge. 








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