2014-05-31 18:47:00

Papa al nuovo vescovo Fabio Fabene: Veglia e servi il popolo di Dio


Veglia sul popolo di Dio e servilo come ha fatto Gesù. Sono alcune delle esortazioni che Papa Francesco ha rivolto a mons Fabio Fabene ordinato vescovo durante la Santa Messa nella Basilica di San Pietro. Il Santo Padre ha letto il testo dell’omelia rituale che il Pontificale romano prevede per questa occasione, aggiungendo a braccio alcune integrazioni .Il servizio di Gabriella Ceraso:

Ungere col sacro crisma il capo del vescovo ordinando, consegnargli il Libro dei Vangelo, l’anello, il pastorale e imporre la mitra. Sono i segni esplicativi del ministero episcopale previsti nel rito dell’ordinazione che il Papa rinnova, circondato dai fratelli nell’episcopato, per mons Fabio Fabene, sacerdote dal 1984 e dal febbraio di quest’anno sotto-segretario del Sinodo dei Vescovi. Segni che dicono fecondità, fedeltà, santità, vocazione di annuncio e di guida propri di un ministero che, come afferma il Papa, pronunciando l’omelia prevista nel Pontificale romano, perpetua quello apostolico e rinnova la presenza del Cristo stesso. Ma è rivolgendosi a mons. Fabene, laddove l’omelia sottolinea che l’episcopato è un "servizio" e non "un onore", che il Papa aggiunge una riflessione personale:

“Sei stato eletto dal gregge: che mai la vanità, l’orgoglio, la superbia vengano. E sei stato eletto, costituito per gli uomini: che sempre il tuo atteggiamento sia di servizio. Come Gesù”.

Quindi, prima di indicare al nuovo vescovo la strada dell’annuncio, della custodia dei misteri di Cristo e l’amore a quanti Dio vorrà affidargli, anche coloro che non appartengono all'"unico ovile di Cristo", recita l'omelia del Pontificale, il Papa lascia una raccomandazione a mons. Fabene, vegliare senza addormentarsi:

“Veglia su te stesso e veglia sul popolo di Dio. Questo vegliare significa fare la veglia, essere attento per difendere se stesso da tanti peccati e da tanti atteggiamenti mondani, e per difendere il popolo di Dio dai lupi che - Paolo diceva - venissero”.

Ma vegliare, ricorda il Pontefice subito dopo, è anche pregare:

"Pregare per il popolo, come faceva Mosé: con le mani in alto, quella preghiera di intercessione, quella preghiera coraggiosa faccia a faccia con il Signore per il popolo".

 

 

 

 

 

 








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