2014-05-29 14:05:00

Terra Santa: ancora vivo il ricordo della visita di Papa Francesco


Non si è ancora spenta la vasta eco della visita di Papa Francesco in Terra Santa. Giornali e tv arabi ed israeliani commentano l’eredità che ha lasciato il suo passaggio a Betlemme e Gerusalemme. Nella Città Santa il nostro inviato Roberto Piermarini ha raccolto alcune testimonianze.

Momento centrale della visita di Papa Francesco sulle orme dello storico viaggio di Paolo VI nel ’64, l’incontro ecumenico nella Basilica del Santo Sepolcro alla presenza del Patriarca ecumenico Bartolomeo I ed i capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme. Lo commenta il Superiore della Custodia di Terra Santa del Santo Sepolcro, padre Noel Muscat:

R - È stata certamente una cosa unica! Penso che non sia mai accaduto prima di adesso che nella Basilica del Santo Sepolcro un Pontefice incontri il massimo esponente dell’ortodossia. Penso quindi che sia stata, oltre che una cosa formale, anche spontanea. Per esempio, è stato molto bello vedere il Papa quasi cedere la benedizione in greco al Patriarca ecumenico. Insomma ci sono stati dei momenti neanche previsti. Perciò penso che sia stato un momento veramente di intesa fraterna tra due capi di Chiesa separati da tanti secoli - che ancora lo sono -, ma penso che se dai vertici ci arriva questo messaggio di fraterna intesa - specialmente per noi francescani che viviamo qui insieme ai nostri fratelli greci ortodossi tutti i giorni - abbiamo molto da imparare, per cercare di vivere insieme con più serenità, con più pace.

D. - Qualche reazione dei francescani, ma anche degli ortodossi …

R. - Penso che il fatto di vedere qui il Papa e il Patriarca di Costantinopoli - ricordiamoci che la Chiesa ortodossa è autocefala, perciò la chiesa di Gerusalemme non accetterebbe la chiesa di Costantinopoli come noi potremmo accettare il Papa di Roma qui  - sia  un segno che la Chiesa di Roma con quella di Costantinopoli si trova in buoni rapporti, un segno che allora queste due Chiese qui a Gerusalemme dovrebbero cogliere.

Dall’entusiasmo dei fedeli di Betlemme, si è passati alla delusione dei cristiani di Gerusalemme per le ingenti misure di sicurezza israeliane, che hanno impedito loro di vedere il Papa tra le vie della Città Santa. Alfredo Raad esprime il rammarico della comunità cattolica:

R. - Sono molto contento che il Papa sia venuto in Terra Santa ma sono dispiaciuto perché non ho potuto vederlo, perché la sicurezza israeliana ha avuto paura dei cristiani locali.

D. - Lo avete visto in televisione?

R. - In televisione, su internet …

D. - Che cosa l’ha colpita di più di quello che ha fatto il Papa qui in Terra Santa?

R. – L’incontro a Betlemme, in Palestina, è stato molto più bello che a Gerusalemme.

D. - Quanti sono i cattolici qui nella Città vecchia di Gerusalemme?

R. - Su 800 mila abitanti a Gerusalemme, solo cinque o seimila sono cattolici.

D. - Erano 24 mila nel ’48 …

R. - Sì, perché la situazione è tragica, c’è la crisi economica, politica, sociale … Siamo molto stanchi, abbiamo problemi, siamo pessimisti e la gente emigra molto facilmente.

Altro momento significativo della visita papale, il pranzo che il Papa ha voluto condividere a Betlemme con alcune famiglie palestinesi che gli hanno espresso le loro sofferenze legate al dramma dell’occupazione. Tra loro Giuseppe Hazboun:

R. - Sua Santità è una persona molto amabile, affettuosa. Ha ascoltato tutte le nostre storie con attenzione, con affetto. In ogni momento si poteva vedere la sua reazione sul viso … Ha espresso la sua preoccupazione per la tanta pena, la tanta sofferenza che gli abbiamo raccontato durante il pranzo. Il Patriarca latino di Gerusalemme mons. Twal ci ha invitato più volte a lasciare mangiare il Papa… Ma lui ha detto: No, per favore, io posso mangiare, non c’è problema: ho orecchie per sentire, voglio ascoltare le vostre storie”.

D. – Cosa ha provato quando ha visto il Papa in preghiera sotto al Muro di separazione?

R. - Questo è stato veramente un dono speciale da parte di Sua Santità per tutto il popolo palestinese. Durante il pranzo, dopo aver ascoltato tutti i nostri problemi ha detto: “Sono passato davanti al muro! Mi sono fermato ed ho pregato affinché questo muro sparisca!”.








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