2014-05-29 14:14:00

Chiusura Ospedali psichiatrici nel 2015, restano disagi per i malati


Slitta al 31 marzo 2015 la chiusura definitiva degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari. Gli ex manicomi criminali dovranno essere sostituiti da strutture residenziali sanitarie, le Rems. La legge approvata dalla Camera mette anche la parola fine agli ergastoli bianchi: i ricoveri, infatti, non potranno durare piu' del massimo della pena prevista per il reato. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Stefano Cecconi, del Comitato stop Opg:

R. - La proroga della chiusura degli Opg è sempre un atto doloroso, perché si mantiene una situazione di sofferenza per molte persone. Sono ancora circa un migliaio le donne e gli uomini internati nei manicomi giudiziari. Però, questa volta il Parlamento ha fatto un atto importante, perché la proroga contiene anche degli elementi positivi: intanto, stabilisce che il giudice, nel disporre una misura nei confronti di una persona malata di mente, che dovesse commettere un reato, privilegia l’adozione di misure alternative all’internamento; infine, è molto importante aver fissato un limite oltre il quale non si può andare per la durata delle misure di sicurezza. Fino a oggi, invece, in condizioni di disagio della persona, di mantenimento della sua malattia c'erano proroghe su proroghe all’internamento in manicomio giudiziario fino a situazioni assurde: un reato che avrebbe avuto una pena di due o tre anni ha visto persone internate per 20 -25 anni.

D. - Nel 2015 gli Opg saranno sostituiti dalle strutture residenziali sanitarie. Le regioni ce la faranno entro quella data?

R. - Io lo dico francamente: spero di no, perché le Rems, queste strutture residenziali del territorio in realtà riproducono la logica dell’Opg. E' sufficiente una quantità limitata di queste strutture. Oggi sono immaginate per circa un migliaio di posti letto, quasi più degli attuali internati. Invece, la legge nuova approvata ieri in Parlamento dà un segno importante, perché sollecita le regioni a rivedere i programmi di costruzione delle Rems, riducendo i posti letto e privilegiando invece i percorsi di cure  e di riabilitazione nel territorio che sono - come insegnato dalla riforma Basaglia con la chiusura dei manicomi - i percorsi migliori per garantire efficacia, anche terapeutica, alla persone.

D. - Perché gli Opg sono delle strutture non adatte al recupero dei detenuti?

R. - La cosa assurda, che fa male e che davvero rende orribile quei luoghi, come li ha definiti il presidente della Repubblica Napolitano, è l’insensatezza! Aver creato dei luoghi artificiali, una sorta di luoghi sospesi dalla cittadinanza, dalla comunità, in cui internare, rinchiudere delle perosne. Anche l’Opg migliore, ristrutturato, sistemato, ridipinto è comunque un luogo estraneo alla logica di civiltà. E questo è quello che ci raccontano gli internati, nei viaggi che abbiamo fatto in tutti i manicomi … Tutti! Ma anche lì, si avverte questa assurdità, questo orrore - appunto - dell’insensatezza. Qualcuno ci diceva: “Capisco che ho commesso una pena, voglio affrontare la mia responsabilità, ma qui non capisco dove sono, non mi curano e non so quando uscirò. Non ho capito bene cosa succederà della mia vita!” C’è una richiesta di chiarezza. Almeno chiarezza.

 








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