2014-05-28 08:01:00

Ucraina: l'Ue si appella alla Russia e Kiev lancia un ultimatum


La Russia collabori con il nuovo presidente ucraino Poroschenko e prosegua nel ritiro delle sue truppe dal confine. E’ il richiamo lanciato ieri dall’Ue a Mosca, mentre nell’Est dell’Ucraina infuria la battaglia con decine di morti, . Francesca Sabatinelli:

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Da Bruxelles i 28 chiedono ai russi di avviare un dialogo per trovare una soluzione alla crisi e a Poroshenko di dare  rapidamente il via a riforme costituzionali. La comunità internazionale spiega tutte le sue carte: il presidente francese Hollande prevede per il 6 giugno un incontro a quattr’occhi con il russo Putin, a Poroshenko arriva il sotegno di Obama, ma sul terreno la violenza non cessa. Donetsk è sul precipizio,  la battaglia infuria nella città e dopo la ripresa dell’aeroporto da parte delle forze speciali ucraine si parla di decine di morti, forse un centinaio, tra loro anche civili. Ai separatisti filo russi è stato lanciato un ultimatum di resa o morte, mentre continuano le denunce di Kiev di sconfinamento dei militari di Mosca. 4 osservatori dell’Osce sarebbero stati catturati e trattenuti al confine tra le regioni di Donetsk e Lugansk e ora il problema che preoccupa molto è anche l’aumento di sfollati interni, come conferma al microfono di Paolo Ondarza la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Carlotta Sami:

R. - Le ultime notizie parlano di un aggravarsi degli scontri fra l’esercito ucraino e i ribelli pro- Russia, quindi la situazione si fa estremamente grave e chiaramente sta aumentando il numero di persone civili in fuga da quella zona. Purtroppo, anche persone che erano già fuggite dalla Crimea verso l’est adesso si trovano a dover scappare per una seconda volta. Una tragedia interna che sta toccando migliaia di persone al momento.

D. - Chi sono gli sfollati di cui stiamo parlando?

R. - Fino a pochi giorni fa, abbiamo potuto rilevare circa 10 imila persone. In effetti le persone che non sono ancora state identificate e registrate come sfollati, ma che in realtà si stanno muovendo potrebbero essere molte di più. Ci sono diverse famiglie: noi abbiamo provveduto già a fornire assistenza ad almeno 150 famiglie, un aiuto economico ad almeno duemila presone e a sistemare 50 famiglie in nuove località. Diciamo che i flussi di queste persone sono iniziati già a marzo. La popolazione è principalmente di etnia tartara, ma stanno aumentando anche gli ucraini, i russi e le famiglie che comunque hanno una composizione mista. Tra di loro, almeno un terzo sono bambini. Si tratta di persone che stanno cercando di fuggire verso l’Ucraina centrale e verso l’Ucraina occidentale. Purtroppo, se questo conflitto interno non smette di peggiorare, avremo anche ulteriori movimenti secondari.

D. - Quale l’appello dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati al nuovo presidente dell’Ucraina, Poroshenko?

R. - Il nostro appello è che ci si preoccupi e che si metta come priorità la protezione di coloro che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case in questi giorni e che si stanno spostando in altre città: che si dia loro accoglienza, che non si ostacolino i loro movimenti e che, soprattutto, non vengano messi ulteriormente a rischio considerando anche l’alto numero di bambini. Quindi, speriamo che venga fatto ancora uno sforzo maggiore per far sì che coloro che poi si spostano da una parte all’altra del Paese, effettivamente possano godere degli stessi diritti dei cittadini ucraini. Questa è una situazione che monitoriamo molto da vicino e su cui stiamo collaborando anche con organizzazioni non governative nel Paese. Temiamo possa peggiorare nelle prossime settimane.

 








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