2014-05-28 14:17:00

Francesco chiede perdono per divisioni tra cristiani e invoca pace in Medio Oriente


Papa Francesco, all’Udienza generale, rientrato dalla Terra Santa, chiede perdono per le divisioni che ancora oggi affliggono i fratelli in Cristo. E invoca preghiere per la pace in tutto il Medio Oriente e per chi in quella regione spera contro ogni speranza. Il servizio di Roberta Gisotti:

Promuovere la piena unità dei cristiani e incoraggiare la pace, sono stati gli scopi del mio pellegrinaggio. “Ho voluto portare una parola di speranza ma l’ho ricevuta a mia volta!”, così Francesco raccontando il suo viaggio in Terra Santa alle decine di migliaia di fedeli raccolti in piazza San Pietro. Il Papa ha rievocato il suo abbraccio nel Santo Sepolcro con il Patriarca Bartolomeo, a 50 anni dallo storico incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e Atenagora:

“Abbiamo avvertito tutta l’amarezza e la sofferenza delle divisioni che ancora esistono tra i discepoli di Cristo; e davvero questo fa tanto male, male al cuore. Siamo divisi ancora”.

Quindi, il proposito:

“Abbiamo sentito il desiderio di sanare le ferite ancora aperte e proseguire con tenacia il cammino verso la piena comunione”.

E la richiesta di perdono:

"Una volta in più, come hanno fatto i Papi precedenti, io chiedo perdono per quello che noi abbiamo fatto per favorire questa divisione e chiedo allo Spirito Santo, ci aiuti a risanare le ferite che noi abbiamo fatto agli altri fratelli".

Con l’amico e fratello Bartolomeo, ha confidato Francesco, abbiamo condiviso la voglia di camminare insieme”:

“Fare tutto quello che da oggi possiamo fare: pregare insieme, lavorare insieme per il gregge di Dio, cercare la pace, custodire il creato, tante cose che abbiamo in comune. E come fratelli dobbiamo andare avanti".

Andare avanti anche nel cammino verso la pace in Medio Oriente. Questo incoraggiamento – ha ricordato il Papa – era anche fine del mio viaggio:

“E l’ho fatto sempre come pellegrino, nel nome di Dio e dell’uomo, portando nel cuore una grande compassione per i figli di quella Terra che da troppo tempo convivono con la guerra e hanno il diritto di conoscere finalmente giorni di pace!”.

Da qui l’esortazione ai fedeli cristiani a lasciarsi "ungere" con cuore aperto e docile dallo Spirito Santo...

“...per essere sempre più capaci di gesti di umiltà, di fratellanza e di riconciliazione”.     

E diventare ‘artigiani’ della pace:

“Eh, la pace si fa artigianalmente. Non ci sono industrie di pace, no. Si fa ogni giorno, artigianalmente e anche col cuore aperto perché venga il dono di Dio”.

Ripercorrendo le tappe del suo viaggio, Francesco ha sottolineato l’impegno della Giordania nell’accogliere i profughi dalle zone di guerra, specie nella “martoriata Siria”, e l’importanza di ricercare di un’equa soluzione al conflitto israelo-palestinese:

“Per questo ho invitato il presidente di Israele e il presidente della Palestina, uomini di pace e artefici di pace, a venire in Vaticano a pregare insieme con me per la pace”.

Il pensiero è andato infine ai cristiani perseguitati in quella zona e in tutto il Medio Oriente, “coraggiosi testimoni di speranza e carità”.

 

 








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