2014-05-28 08:31:00

Consiglio Ue dopo il voto: al centro nomine e riforme


A tre giorni dalle elezioni europee i 28 leader dell’Unione si sono confrontati ieri sull’esito del voto, la nomina del capo della Commissione e le prospettive di cambiamento. Crescita e occupazione le priorità, ma la discussione resta aperta.  Da Bruxelles Giovanni del Re

Come previsto ieri sera non ci sono state decisioni alla cena informale dei leader, ma solo una intensa, ma breve, discussione dopo il terremoto elettorale delle europee. Un po’ tutti i leader concordano sulla necessità di dare più spazio alla crescita, all’occupazione, e di affrontare il nodo immigrazione. Temi che dovranno essere la base di un programma di lavoro del nuovo presidente della Commissione Europea. Ieri il candidato del Partito popolare europeo, uscito vincitore dal voto, Jean Claude Juncker, ha ricevuto dalla maggioranza dei gruppi parlamentari del Parlamento Europeo l’incarico di cercare una maggioranza in aula. Juncker ha avuto il sostegno di vari leader sia popolari-  tra cui il cancelliere Angela Merkel - sia socialisti, come il presidente francese François Hollande. Contro di lui sono però il premier britannico David Cameron e quello ungherese Viktor Orban. E per la nomina serve una doppia maggioranza: una assoluta all’Europarlamento e un’altra al Consiglio Europeo che rappresenta i leader. Non facile, qualcuno ipotizza che alla fine potrebbe emergere un nome diverso da quello dei candidati, il più citato è quello del direttore del fondo monetario internazionale Christine Lagarde. I leader hanno  comunque incaricato il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy di sondare gli stati membri e il Parlamento alla ricerca di un nome consensuale. Nella partita entrano però anche altre cariche importanti: la successione dello stesso Van Rompuy, il presidente dell’eurogruppo e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue. La decisione sarà probabilmente al summit di fine giugno. Da Bruxelles, gdr rv








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