2014-05-26 08:59:00

La preghiera del Papa al Muro Occidentale


L’abbraccio commovente tra il Papa, il rabbino Skorka e lo sceicco Abboud. Questa l’immagine storica ai piedi del “Muro del pianto” a Gerusalemme, cuore della vita ebraica ed ultimo bastione del vecchio tempio di Salomone. Il Papa aveva appena pregato davanti al Muro. Aveva pregato intensamente toccando le pietre con la mano destra. Quindi aveva introdotto –  come è tradizione - nella fessura del Muro la preghiera del Padre Nostro, scritta di suo pugno in spagnolo.

Quando si è voltato, gli sono andati incontro i due esponenti religiosi, amici di vecchia data a Buenos Aires, che ha voluto al suo seguito in questo viaggio. Il rabbino Skorka, visibilmente commosso, ha abbracciato a lungo il Papa. Un abbraccio tra esponenti di ebraismo, cristianesimo e islam, proprio qui nel cuore della Città Santa di Gerusalemme, culla delle tre religioni monoteiste.

Il Papa ha scritto anche una dedica in spagnolo sul Libro d’Onore del Muro Occidentale, con la citazione del Salmo 121: “Quale gioia quando mi dissero ‘Andiamo alla casa del Signore’. Ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. E poi ha aggiunto: “Con questi sentimenti di gioia verso i miei fratelli maggiori, sono venuto ora e ho chiesto al Signore la grazia della pace”.

Successivamente, accolto dal presidente israeliano Shimon Peres e dal premier Benyamin Netanyahu, Papa Francesco si è recato al mausoleo del Monte Herzl per deporre fiori sulla tomba di Theodor Herzl, fondatore del Movimento sionista. La sosta è avvenuta in base al nuovo protocollo previsto da Israele per le visite ufficiali dei capi di Stato. Quindi, su richiesta del premier Netanyahu, ha sostato brevemente accanto ad una stele, nei pressi del mausoleo, che ricorda le vittime del terrorismo. (A cura di Roberto Piermarini)








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