2014-05-26 11:25:00

Il Papa dal Gran Muftì: no a violenza in nome di Dio


“Nessuno strumentalizzi per la violenza il nome di Dio!”. Così Papa Francesco questa mattina a Gerusalemme durante la visita al Gran Muftì Sheikh Muhamad Ahmad Hussein nell’edificio del Gran Consiglio sulla Spianata delle Moschee. Francesco si è rivolto ai musulmani definendoli “amici, fratelli cari”. Il servizio di Paolo Ondarza:

Un comune padre nella fede. Abramo è indicato dal Papa come esempio, per musulmani, ebrei e cristiani, da imitare a partire dal suo farsi pellegrino, e quindi povero, lasciando la propria gente, la propria casa, per intraprendere quell’avventura spirituale alla quale Dio lo chiamava:

"Non possiamo mai ritenerci autosufficienti, padroni della nostra vita; non possiamo limitarci a rimanere chiusi, sicuri nelle nostre convinzioni. Davanti al mistero di Dio siamo tutti poveri, sentiamo di dover essere sempre pronti ad uscire da noi stessi, docili alla chiamata che Dio ci rivolge, aperti al futuro che Lui vuole costruire per noi".

Lungo il pellegrinaggio terreno, l’incontro odierno rappresenta secondo Papa Francesco una tappa per condividere un tratto di strada insieme, “una gradita sosta” che può dare ristoro e offrire nuove forze per affrontare le sfide comuni che “ci si pongono innanzi”. Anche il nostro pellegrinaggio, come quello di Abramo, infatti  – ha aggiunto – è una chiamata per la giustizia:

"Anche noi vorremmo essere testimoni dell’agire di Dio nel mondo e per questo, proprio in questo nostro incontro, sentiamo risuonare in profondità la chiamata ad essere operatori di pace e di giustizia, ad invocare nella preghiera questi doni e ad apprendere dall’alto la misericordia, la grandezza d’animo, la compassione".

Da parte loro, il Gran Muftì e il presidente del Consiglio supremo musulmano hanno elogiato il Vaticano per gli sforzi di pace, condannato l’occupazione israeliana e  il conseguente divieto di accesso per molti abitanti ai luoghi sacri, invocato l’indipendenza dello Stato di Palestina e  la liberazione di circa 5mila prigionieri. Questo il forte appello del Papa a “tutte le persone e le comunità che si riconoscono in Abramo”:

"Rispettiamoci ed amiamoci gli uni gli altri come fratelli e sorelle! Impariamo a comprendere il dolore dell’altro! Nessuno strumentalizzi per la violenza il nome di Dio! Lavoriamo insieme per la giustizia e per la pace! Salam!".








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