2014-05-25 12:34:00

L’attesa del Papa a Gerusalemme


Gerusalemme, dove Papa Francesco vivrà il culmine spirituale del suo pellegrinaggio, è immersa in queste ore in un'atmosfera in cui le esigenze della massiccia macchina della sicurezza messa in campo rischiano di sovrastare quelle delle migliaia di persone che vorrebbero stringersi il più possibile attorno al Vescovo di Roma. Sentimenti descritti in questo servizio dal nostro inviato, Roberto Piermarini:

La comunità cristiana di Gerusalemme è in fermento e si lavora alacremente nei Luoghi santi. Ma è solo qui che appaiono i segni della visita con manifesti e striscioni che vedono Francesco insieme a Bartolomeo I. Cattolici ed ortodossi parlano con soddisfazione della storica celebrazione ecumenica quando il Papa ed il Patriarca ortodosso si ritroveranno per la prima volta a pregare insieme alle altre confessioni cristiane nella Basilica del Santo Sepolcro anche se nelle ultime ore c’è qualche tensione tra greco-ortodossi ed armeni. Momenti più attesi della visita papale: l’incontro con le massime autorità religiose ebraiche e musulmane, l’omaggio alle vittime della Shoa allo Yad Vashem e la preghiera al Muro del pianto. Giornali e Tv danno risalto alla presenza, nel seguito papale, del rabbino Skorka e dell’imam Abboud entrambi amici argentini del card. Bergoglio dai tempi di Buenos Aires. I quotidiani israeliani non sono usciti per lo shabbat mentre quelli arabi vedono nella visita papale un’occasione per riaffermare i diritti del  popolo palestinese. C’è qualche timore per la Messa di lunedì sera al Cenacolo contestata dagli attivisti ebraici ultraortodossi ma le autorità assicurano che la situazione è sotto controllo e sono stati operati dei fermi. Nella Città Santa, ingenti le misure di sicurezza messe in atto dalla polizia israeliana. Per i suoi spostamenti infatti, il Papa non userà né papamobile né vetture blindate ma come sempre un’utilitaria, quindi la Città sarà blindata. Per questo a Gerusalemme c’è malumore tra i cristiani locali che temono – come avvenne per la visita di san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – di non poter incontrare di persona Papa Francesco lungo il tragitto papale rimanendo esclusi di fatto, da questo storico evento religioso. “In questo clima – ci confessa un francescano di Terra Santa – Papa Francesco non sentirà il calore dei suoi fedeli ma rischia di passare tra due ali di soldati. Così non avvenne per Paolo VI nel ’64 quando entrò dalla Porta di Damasco e fu sommerso da un mare di folla”. Per il quotidiano israeliano Haaretz “se la paura impedirà di vedere il vero Francesco, sarà una grande perdita per tutti noi”. Da Gerusalemme, Roberto Piermarini, Radio Vaticana.








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