2014-05-25 12:00:00

Betania. Francesco: pace in Siria, Dio converta i violenti


“La Siria ritrovi la via della pace”. “Dio converta i violenti, chi fabbrica e vende armi”. È l’appello al dialogo e alla solidarietà internazionale che ha caratterizzato l’incontro conclusivo della giornata di Papa Francesco ieri ad Amman, svoltosi nel Santuario che sorge sul sito del Battesimo di Cristo al Giordano. Circa 600 le persone – tra rifugiati siriani, giovani malati e disabili – che hanno accolto festosamente il Papa. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Una preghiera silenziosa sulle rive del Giordano ,poi  la benedizione dell’acqua che vide il Battesimo di Gesù, quindi il percorso fino alla Chiesa latina del sito di Betania dove ad abbracciare il Papa sono circa 600 persone in festa.

Qui c’è ”l’umanità ferita di questa regione mediorientale che chiede la sua paterna benedizione” spiega il patriarca di Gerusalemme dei latini Fouad Twal. Sono rifugiati siriani e ragazzi segnati dalla malattia accolti e curati in Giordania. ”L’ospitale Giordania” la definisce il Papa ringraziando le autorità e la Chiesa per l’assistenza senza distinzione, offerta ai bisognosi. Quindi lo sguardo a Gesù che, venendo qui a farsi battezzare da Giovanni, ricorda il Papa, mostra la sua umiltà e la condivisione della condizione umana:

“Ci colpisce sempre questa umiltà di Gesù, il suo chinarsi sulle ferite umane per risanarle. Questo chinarsi di Gesù su tutte le ferite umane per risanarle! E a nostra volta siamo profondamente toccati dai drammi e dalle ferite del nostro tempo, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente”.

E’ qui che il pensiero va all’”amata Siria”, lacerata da tre anni di guerra fratricida con le sue innumerevoli vittime, i profughi e gli esuli. E dietro la guerra, i fabbricanti di armi spinti dalla sete di denaro:

“Tutti vogliamo la pace! Ma guardando questo dramma della guerra, guardando queste ferite, guardando tanta gente che ha lasciato la sua patria, che è stata costretta ad andarsene via, io mi domando: chi vende le armi a questa gente per fare la guerra? Ecco la radice del male! L’odio e la cupidigia del denaro. Pensiamo e anche dal nostro cuore diciamo una parola per questa povera gente criminale, perché si converta”.

Poi l’attenzione del Papa va alla comunità internazionale per chiedere che non lasci sola la Giordania nel far fronte all’emergenza umanitaria, ma incrementi sostegno e aiuto. Da qui il nuovo accorato appello alla pace in Siria:

“Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato”.

Prevalgano ragione e moderazione ribadisce a più riprese Papa Francesco con parole sempre più forti:

“Dio converta i violenti! Dio converta coloro che hanno progetti di guerra! Dio converti coloro che fabbricano e vendono le armi e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione”.

E alla preghiera per la pace, il Papa chiama anche i giovani che lo ascoltano, che cantano per lui, gli raccontano le loro esperienze di fede e di dolore, gli assicurano il loro impegno per l’unità e la pace dell’area mediorientale. “Offrite a Dio le vostre fatiche quotidiane”, preghiera efficace, dice loro Francesco, quindi l’incoraggiamento finale:

“E vi incoraggio a collaborare, col vostro impegno e la vostra sensibilità, alla costruzione di una società rispettosa dei più deboli, dei malati, dei bambini, degli anziani. Pur nelle difficoltà della vita, siate segno di speranza. Voi siete nel cuore di Dio, voi siete e delle nelle mie preghiere, e vi ringrazio per la vostra calorosa e gioiosa e numerosa presenza. Grazie”.

 

 








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