2014-05-23 15:28:00

Card. Bagnasco. Intervista alla Radio Vaticana


"Il Santo Padre ci ha chiesto di rivedere alcuni punti dello Statuto della Cei, e questa per noi è stata una grande opportunità, una grande grazia di cui gli siamo molto grati. Abbiamo concluso questo lavoro e lo presenteremo poi alla Santa Sede – innanzitutto al Santo Padre e poi alla Santa Sede – per la debita recognitio, cioè la revisione e l’approvazione definitiva". Si è deciso di votare una terna di nomi, scelti a maggioranza dai vescovi italiani da presentare poi al Papa … "E’ questa la decisione conclusiva, dopo la nostra riflessione collegiale, che salvaguarda, che riconosce, da una parte il peculiare e unico legame dei vescovi italiani con il Santo Padre che è il vescovo di Roma e quindi partecipa a titolo specialissimo al corpo episcopale italiano; dall’altra parte, esprime una partecipazione da parte dell’intero episcopato alla nomina del suo presidente, attraverso questa modalità della terna: i tre nominativi dei vescovi che raggiungeranno la maggioranza assoluta saranno presentati al Santo Padre". Il 50 per cento + 1 dei vescovi che sono in servizio …"Sono norme precise del Codice, per cui attualmente solo i vescovi diocesani e equiparati, quindi quelli che sono titolari delle proprie diocesi".

Che tempi si prevedono per il voto? "Questo dipenderà dalla Santa Sede, dal Santo Padre … In questi prossimi giorni porterò, appunto, i testi definitivi degli emendamenti approvati in assemblea, e saranno sottoposti agli organismi vaticani dopo il Santo Padre, per la recognitio e l’approvazione. E poi, l’efficacia dipenderà da quello che ci sarà detto. Quindi, non sappiamo, questo …" La società italiana sta cambiando. I vescovi italiani e la Cei come guardano ai cambiamenti della società? "Per quanto riguarda il tema della famiglia, l’episcopato italiano ha sempre avuto una grandissima attenzione che vogliamo non solo continuare ma migliorare ulteriormente, soprattutto alla luce dei cambiamenti epocali che toccano anche la famiglia, alla luce di quella dittatura del pensiero unico di cui ha parlato il Santo Padre: l’ha definita così proprio nel colloquio che c’è stato dopo il suo discorso ufficiale". 

Molti di questi temi sono oggetto di un dibattito culturale e politico, proprio in vista delle elezioni europee "I vescovi hanno approvato un messaggio, ed è un grande incoraggiamento a non sfiduciarsi e a non sfiduciare. Dobbiamo incoraggiare il popolo italiano, tutti quanti, perché non cedano alla sfiducia e alla disperazione: né verso la politica in generale, con tutte le difficoltà, né verso il mondo imprenditoriale, lavorativo, economico. C’è anche un richiamo all’Europa e un invito a partecipare attivamente, perché se ci si mette in banchina, poi non ci si può lamentare …" Anche se non condivisibili, c’è in qualche modo la possibilità di comprendere i populismi europei? "Credo che il realismo non sia mai populismo. Quindi, dobbiamo crescere nel realismo, nella verità delle cose. Il populismo direi che di per sé è tutta un’altra cosa".








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