2014-05-23 15:52:00

Anniversario strage Capaci, Napolitano: resistere a intimidazioni mafia


“L’esempio di dirittura morale e di impegno coraggioso fino all’estremo sacrificio di Giovanni Falcone è stato e continua a essere fondamentale stimolo a resistere alle intimidazioni della mafia e a diffondere una rinnovata fiducia nello stato di diritto”. E’ quanto si legge nel messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Maria Falcone, in occasione del ventiduesimo anniversario della strage di Capaci. A ricordare a Palermo i martiri dell’eccidio Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani autorità ma, soprattutto, tanti giovani.

Sono i 1.500 studenti arrivati da tutta Italia questa mattina a Palermo a bordo della Nave della Legalità, organizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con la Fondazione Falcone, unitamente a molte scolaresche siciliane. Insieme a loro, anche otto studenti di New York, arrivati con un volo diretto, ribattezzato per l’occasione l’Aereo della Legalità.

Tra gli appuntamenti per non dimenticare le vittime della strage di Capaci e via D’Amelio, il momento istituzionale all’aula bunker del carcere Ucciardone dove su alcuni lenzuoli e striscioni che velano le gabbie destinate ai detenuti si legge: “Ci siamo ancora e vogliamo esserci”, “Rompere il silenzio”, “Mai più mafia”. “I fenomeni di criminalità organizzata rappresentano una minaccia mortale al futuro delle nostre democrazie di fronte alla quale la comunità internazionale, e in special modo l’Unione Europea, non può arretrare, restare indifferente o rassegnata – ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo all’aula bunker - Penso all’istituzione di una Procura europea, una struttura che innalzerà il livello dell’azione di contrasto ai delitti contro gli interessi finanziari dell’Unione e garantirà risultati che nessuno Stato da solo potrà mai realizzare”.

Tra tanti interventi, anche quello di Alfredo Morvillo, procuratore di Termini Imerese e fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone morta col giudice nella strage di Capaci che, entrando nell’aula bunker ha dichiarato ai giornalisti: “Non è cambiato niente e non intendo dire nulla. Potete prendere le dichiarazioni dell’anno scorso, tanto è tutto uguale, nessun passo avanti, né un vero cambiamento, in politica, come altrove. Oggi per qualcuno questa è solo una passerella, qui come in chiesa”.

E sono migliaia i ragazzi che nel pomeriggio hanno raggiunto via Notarbartolo. Sono partiti dall’aula bunker e via D’Amelio formando due cortei e gridando “Palermo è nostra e non di Cosa nostra”. Integrità, sogni, ideali, le loro armi per combattere la mafia, come germogli in un terreno fertile, ricordando il sacrificio di chi ha perso la vita nelle stragi del ’92, quando non erano ancora nati. “Il nostro compito, quello di chi insegna e di chi coordina, è combattere il grande alleato della mafia che è l’ignoranza”, ha ricordato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

Alle 17,58, ora dell’eccidio, il presidente del Senato, Piero Grasso, sotto l’albero Falcone ha scandito i nomi delle vittime della strage di Capaci. Poi, il minuto di silenzio eseguito dal trombettiere della Polizia di Stato e il lungo, lunghissimo applauso della folla commossa.

 (Da Palermo, Alessandra Zaffiro)








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