2014-05-21 16:09:00

Papa Francesco in Terra Santa. Attenzione ai gesti di carità


"Speriamo che lo Spirito Santo agisca per aprire i cuori. In politica si agisce per avere il massimo ma se ci poniamo in una visione umanistica, possiamo credere che tutto ci appartiene anche se appartiene agli altri, possiamo trovare una unione, non malgrado la diversità, ma grazie alla diversità, che è un arricchimento". P. Samir Khalil Samir SJ - direttore del Centro di Documentazione e Ricerca arabo cristiano all’Università St. Joseph di Beirut e docente di Teologia arabo cristiana e Islamologia al Pontificio Istituto Orientale di Roma e a Parigi - ci introduce al Viaggio Apostolico del Papa che si terrà dal 24 al 26 maggio in Terra Santa ed esprime l'auspicio: "Ciò che noi in Oriente invochiamo è una piccola cosa ma dall'importante valore simbolico: l’unificazione del calendario liturgico per poter festeggiare insieme, cattolici ed ortodossi. E’ triste che si festeggino due volte la Passione e la Risurrezione di Cristo". 

Il giornalista Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente, invita a guardare con grande interesse alla tappa in Giordania: "L’incontro con i poveri e con i rifugiati là sarà molto forte e sarà anche l’occasione per sottolineare il volto umano di questi viaggi", spiega ai nostri microfoni. "Di solito, in circostanze come queste, si tende sempre a mettere in primo piano la dimensione politica, soprattutto in Medio Oriente, dove ogni parola, ogni gesto viene tirato da una parte o dall’altra. Invece la forza di questo viaggio sta nella capacità di Francesco di riuscire a portare il volto umano nelle tragedie che si vivono. Il Papa toccherà sicuramente le corde più profonde dei cuori per superare le barriere. Qui la sfida difficile è ridare speranza. Noi non abbiamo visto scorrere sangue in questi ultimi anni e allora non percepiamo a sufficienza la drammaticità delle tensioni in questa regione, ma queste hanno sfibrato le persone e rischiano di esaltare la rassegnazione". 

Tornando ai rapporti tra cristianesimo e islam, Adnane Mokrani teologo musulmano, docente di Dialogo Islamo-Cristiano al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica, sottolinea che "i cristiani si stanno riducendo molto in Terra Santa. Vedo allora nella visita del Papa un incoraggiamento a restare. La loro permanenza infatti è una resistenza culturale. I musulmani stessi hanno bisogno della loro presenza, perché una società palestinese plurale dove ci sono musulmani e cristiani che vivono insieme, fa parte dell’identità stessa palestinese. Perdere un componente di questa identità, sarebbe una perdita grave per i musulmani". E aggiunge: "Spero anche che la visita del Papa sia una occasione per pensare a coloro che stanno soffrendo. Sarà un atto di solidarietà e un segno di pace".








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