2014-05-21 13:17:00

Missione diplomatica in Messico del segretario di Stato Kerry


Importante visita in Messico del segretario di Stato americano, John Kerry. Obiettivo dei colloqui con i vertici del Paese latinoamericano, il rafforzamento dei legami con Washington, ma anche l’emergenza sicurezza, causata dalla criminalità organizzata dedita al traffico di droga, e l’incontrollata immigrazione dal sud del continente americano che, attraverso la frontiera messicana, punta al nord America. Sul significato della missione diplomatica di Kerry, Giancarlo La Vella ha intervistato il collega Luis Badilla:

R. - La visita di Kerry in Messico ha sostanzialmente due motivazioni. La prima è la delicatissima questione delle migrazioni. La seconda ragione è la firma di alcuni protocolli per lo sviluppo e lo scambio delle conoscenze scientifiche. Questa è la versione ufficiale. In sé, la visita è molto importante da un punto di vista politico che non viene dichiarato, perché alla fin fine quello che Kerry - e nella persona di Kerry l’amministrazione di Obama - vuole dire è che il governo del presidente messicano, Enrique Peña Niet,o non è un governo in difficoltà. In queste ultime settimane si è creata l’impressione nel continente americano che il governo del Messico, non riuscendo a risolvere il problema della violenza, il problema del narcotraffico, delle migrazioni, della crisi economica e della disintegrazione del tessuto sociale, sia un governo che ha fallito. Quindi, l’interesse geopolitico degli Stati Uniti è esprimere rapidamente solidarietà a questo governo, che da più parti viene ritenuto incapace di reggere la situazione.

D. - Come viene visto in Messico il possibile aiuto americano per uscire da queste emergenze?

R. - In un modo molto interessante: si attende questo aiuto. Però, c’è anche molta perplessità, perché ormai negli Stati Uniti non si riesce a far approvare - come chiedono i vescovi insistentemente - una riforma buona per quanto riguarda l’immigrazione.

D. - In Messico gli Stati Uniti vengono ancora visti come il mito, il modello da raggiungere?

R. - Direi che in gran parte dell’America Latina è così, cioè: i popoli guardano al benessere, alla libertà che in qualche modo simboleggiano gli Stati Uniti. In questo senso, il cosiddetto “sogno americano” esiste per gran parte della popolazione latinoamericana, anche se poi alla fine tutti capiscono che alla base del modello c’è un grado di sviluppo tecnico materiale che l’America Latina non ha raggiunto e non potrà raggiungere tanto facilmente. 








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