2014-05-21 11:17:00

Il Papa: pregate per il mio viaggio in Terra Santa


Mancano ormai pochi giorni al viaggio del Papa in Terra Santa. Un pellegrinaggio intensissimo, di tre giorni, dal 24 al 26 maggio. Prima tappa, sabato prossimo ad Amman, in Giordania. Poi, la visita a Betlemme e Gerusalemme. Papa Francesco ha chiesto di pregare per questo viaggio ai circa 80mila fedeli presenti all'udienza generale in Piazza San Pietro:

“Sarà un viaggio strettamente religioso. Primo, per incontrare il mio fratello Bartolomeo I, nella ricorrenza del 50.mo anniversario dell’incontro di Paolo VI con Atenagora I. Pietro e Andrea si incontreranno un’altra volta e questo è molto bello! Il secondo motivo è pregare per la pace in quella terra cha soffre tanto. Vi chiedo di pregare per questo viaggio”.

La visita di domenica a Betlemme ha mobilitato tutta la comunità cristiana, ma non solo, come ci dice padre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa, al microfono del nostro inviato Roberto Piermarini:

R. – Certo, l’attesa è grande. Tutti aspettano il Papa. Penso che il momento più importante della visita sia la Messa a Betlemme, alla quale parteciperanno oltre 10mila persone: tutti vogliono venire e noi ci troviamo veramente in difficoltà perché non sappiamo dove mettere la gente … Infatti, tantissimi, anche musulmani, vogliono vedere il Papa, vogliono salutare il Papa, vogliono assistere con noi a questa cerimonia così bella, e tutti aspettano questo grande uomo: il Papa dei poveri, il Papa dei malati, il Papa degli abbandonati … Tutti aspettano questo Papa!

D. – Ci sono stati problemi con i permessi per i cristiani di Gaza?

R. – 500 cristiani hanno avuto il permesso da Pasqua fino al 30 maggio: questo significa che gli israeliani hanno concesso un permesso di quasi due mesi per la visita del Papa, ma soltanto 500 persone lo hanno avuto.

D. – Come sono state scelte le famiglie che dopo la Messa pranzeranno con Papa Francesco?

R. – Sono state scelte tra persone in difficoltà. Per esempio, tra le famiglie che hanno il problema della riunificazione; c’è un ragazzo di Betlemme che è sposato con una ragazza di Gerusalemme e non hanno ancora avuto la carta d’identità … Poi c’è una famiglia di Gaza, una donna il cui figlio è in prigione, una famiglia il cui figlio è stato allontanato da Gaza e non è più tornato, e poi, anche una famiglia di quelle che abitano vicino a Cremisan per la questione delle terre confiscate. Ci sarà anche un ragazzo che non ha documento di identità …

D. – Alla vigilia della visita papale, quale atmosfera si respira?

R. – C’è un momento di tensione. La gente si interroga … vogliono chiudere tutto, per la sicurezza … Allora, tutti stiamo lavorando perché almeno i cristiani di Gerusalemme possano vedere il Papa quando passa, quando va al Santo Sepolcro, quando va a Notre Dame, quando va al Getsemani … I cristiani di Gerusalemme devono vedere il Papa! Stiamo lavorando ma c’è sempre la questione della sicurezza. Hanno paura, ma sappiamo che Papa Francesco vuole vedere la gente. Papa Francesco, è vero che vuole vedere le pietre della storia, ma vuol vedere le pietre vive, la gente. Lui è venuto qui, lui è il parroco che vuol vedere i suoi fedeli!

D. – La stampa israeliana e araba, che cosa scrivono su questa visita?

R. – Tutti dicono che è una visita storica, un momento molto importante per tutti. Ci sono alcuni che sollevano problemi, ma penso che la visita andrà molto bene. Tutti sono in attesa, tutti sono contenti: cristiani, musulmani ed ebrei. Tutti aspettano questa visita.

D. – Questa visita arriva in un momento di stasi nel negoziato israelo-palestinese: questa visita può rilanciare il dialogo?

R. – Penso di sì. Penso di sì: siamo abituati alle sorprese di Francesco, di Papa Francesco. Penso che ci sarà una sorpresa anche in questa occasione. Papa Francesco porterà con sé un rabbino e un capo musulmano e incontrerà Peres, incontrerà Netanyahu, incontrerà il presidente Abu Mazen … Penso che farà qualcosa. Penso che incoraggerà le due parti affinché tornino al tavolo del negoziato, questo è sicuro!

D. – Nel 2002 la Basilica della Natività veniva assediata dall’esercito israeliano. Che cosa è rimasto di questa realtà?

R. – Nel 2002 solo la Basilica della Natività era assediata; poi, dopo 10 anni, ci ritroviamo tutta la città assediata, perché hanno incominciato a costruire il Muro il 16 aprile 2002; adesso, nel 2014, può vedere che tutta la città è assediata. Betlemme è assediata da un Muro grande e per la prima volta nella storia Betlemme è separata da Gerusalemme …








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