2014-05-17 15:16:00

Sud Sudan: messaggio di pace dei superiori religiosi


Un messaggio di solidarietà, pace e speranza al popolo del Sud Sudan, vittima del conflitto civile di questi ultimi cinque mesi, è stato diffuso dall’Associazione dei superiori religiosi del Paese (Rsass). “Non possiamo restare indifferenti al grido dei poveri e degli innocenti che hanno perso la loro vita o stanno vivendo profonde sofferenze”, si legge nel testo pubblicato a Juba al termine dell’assemblea annuale dell’Associazione, che riunisce 29 congregazioni operanti nel Paese.

 

I superiori rivolgono quindi preghiere per le vittime di questa “violenza insensata” e per i loro familiari, esprimendo solidarietà ai civili costretti ad abbandonare le loro case e i loro beni per fuggire dalle violenze, come ai religiosi e al clero operanti nei territori teatro degli scontri. Poi ringraziano le chiese e tutte le agenzie umanitarie per gli aiuti ed il sostegno offerto alla popolazione, mentre condannano duramente le violenze e le atrocità commesse dalle forze governative e dai ribelli, le violazioni dei diritti umani, i saccheggi e la lotta per il potere condotta “a spese di migliaia di vite umane”.

 

Dopo avere ringraziato le Chiese, la società civile e la comunità internazionale per l’impegno profuso per raggiungere la tregua siglata il 10 maggio ad Addis Abeba, il messaggio rivolge un pressante appello ai due protagonisti del conflitto, il presidente Salva Kiir e l’ex vice presidente Riek Machar, affinché rispettino l’accordo. “Troppo è stato il sangue sparso, troppe le vite perse, troppa la distruzione in questa terra: vogliamo pace, stabilità e sviluppo per tutti i cittadini della nostra giovane nazione”, scrivono i superiori, ricordando che “Dio ha creato popoli di ogni clan, tribù e nazionalità affinché vivano nella pace, nell’armonia e nell’unità”.

 

Da parte sua l’Associazione ribadisce la disponibilità di tutti i religiosi in Sud Sudan a collaborare in comunione con le Chiese locali e altri attori sociali per ricucire le ferite, la giustizia, la pace e un’autentica riconciliazione. (L.Z.)








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