2014-05-17 14:19:00

Sri Lanka: cinque anni fa la fine della guerra civile


Nello Sri Lanka ricorre questa domenica il quinto anniversario della fine della guerra civile tra il governo di Colombo e gli indipendentisti Tamil. Il 18 maggio del 2009, al culmine di una sanguinosa offensiva, veniva ucciso Velupillai Prabhakaran, il fondatore e leader del gruppo armato separatista delle Tigri Tamil. Ad oggi la società srilankese resta divisa, con la minoranza Tamil che lamenta discriminazioni e soprusi. Il servizio di Marco Guerra:

Nel maggio di cinque anni fa le truppe del governo srilankese, dopo una vasta offensiva,  ponevano fine alle ultime resistenze della ribellione Tamil nel nord dell’isola. Nell’ultimo mese di guerra si stima che furono uccisi circa 40mila civili; i combattimenti cessarono il 18 maggio con la morte dei vertici delle Tigri Tamil, tra cui il fondatore Velupillai Prabhakaran. Questa data viene ora celebrata dal governo di Colombo come “Il Giorno della vittoria”, che ricorda la fine di 37 anni di conflitto, con un bilancio di oltre 100 mila morti. Ma le commemorazioni dividono la società srilankese e nelle aree del nord a maggioranza Tamil è  vietata qualsiasi celebrazione. Il Consiglio nazionale per la pace ha criticato la decisione, chiedendo invece "una commemorazione religiosa su scala nazionale in memoria di tutte le vittime della guerra".  Per un’analisi della situazione del Paese e della minoranza Tamil, abbiamo raccolto il commento della professoressa Maria Grazia Casolari, esperta dell’area:

R. – La situazione è di una tranquillità almeno esteriore, almeno formale, che il Paese non vedeva da molti anni. Quello che accade, però, è che soprattutto i Tamil denunciano una sorta di egemonia da parte della maggioranza singalese. Già nel 2008 denunciavano l’abbattimento di luoghi di culto musulmani o cristiani o indù - ricordiamo, infatti, che la minoranza Tamil è prevalentemente indù - per costruire, per esempio, dei santuari buddisti; e lanciavano l'allarme anche per la confisca di terreni... Il governo non ha mai messo in discussione l’ufficialità della lingua Tamil né il carattere multi etnico, multi religioso, multi culturale dell’isola. Le forze, però, che hanno sostenuto il governo di Mahinda Rajapaksa sono oltranziste e una, in particolare, è una formazione buddista militante contro la minoranza Tamil. Questa formazione è composta anche da alcune frange estreme, che hanno compiuto atti di provocazione nei confronti dei Tamil, che hanno dato luogo a scontri intercomunitari simili a quelli che sono accaduti in India tra i fondamentalisti indù e i musulmani.








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