2014-05-17 12:07:00

Fascino e rigore formale: dedicato a Gabriel Fauré


« Lulù ...oui c’est moi » ... ricordate? E’ la frase pronunciata da una graziosa fanciulla nello spot di un profumo di qualche anno fa. Forse allora ricorderete anche il brano, allo stesso tempo un po’ malinconico e sensuale, che fungeva da colonna sonora. E’ diventato un classico della pubblicità ed uno dei primi brani oggetto di ricerche da parte degli appassionati. All’epoca internet era ancora troppo giovane, applicazioni per la ricerca di brani in tempo reale erano lontanissime e molti si interrogavano sulla musica soave e malinconica che fungeva da colonna sonora. Era la Pavane, alquanto celebre in realtà tra gli addetti ai lavori, di Gabriel Faurè, l’autore cui dedichiamo questo ciclo per i 90 anni dalla scomparsa, in onda martedì 20 e 27 maggio nell'ambito di Focus On alle 16.25.

Idolatrato in Francia, meno conosciuto in Italia, si tratta di una personalità complessa ed affascinante che a cavallo tra Otto e Novecento, insieme a Debussy e Ravel costituisce la triade dei maggiori compositori francesi.  Nato a Pamiers nel 1845 mostrò un precoce talento, compì rigorosi studi musicali presso L’Ecole Niedermeyer di Parigi annoverando tra i suoi maestri anche il grande Saint-Saens, musicista dotato di estremo rigore formale ma anche capace di abbandoni sensualissimi come nelle pagine del Cigno o di Samson et Dalila. Fauré fu una personalità complessa ma caratterizzata, come il suo citato precettore, da una profonda dedizione alla sua esclusiva vocazione  artistica. Per certi aspetti può essere accomunato anche al grande Fryderyk Chopin di cui rappresenta quasi una continuazione nella Francia ‘fin de siecle’. Egli ci ha lasciato splendide opere da camera, corali e sinfoniche, tuttavia è il pianoforte, strumento per eccellenza della risonanza e della musica assoluta, ad essere il suo confidente favorito ed il mezzo più efficace per esprimere “l’inesprimibile”. Come Chopin, il compositore francese sfrutta, le unicità dello strumento, nel timbro, nelle esigenze della tastiera, e nel derivante condizionamento della scrittura musicale.

Il pianoforte di Fauré rinnova se stesso parallelamente allo svolgersi del pensiero musicale, rimanendo unico ed inconfondibile. La grande arte del maestro francese si concretizza nella definizione di Musica da Salotto, la quale, svincolata dal significato peggiorativo che si è soliti conferire a una certa produzione ottocentesca, in realtà indica, nel nostro caso, la “Musica da Camera”, ad evidenziare il carattere più intimo di una produzione per lo più lontana dalle sfere del virtuosismo in voga all’epoca e dall’effettismo languoroso; difficile, difficilissima, come definì la sua Ballade nientedimeno che il divo Franz Liszt, eppure mai esteriormente compiaciuta, soave e carezzevole ma di una spontaneità raffinatissima, peculiarmente francese e classicamente equilibrata nel rievocare la grande tradizione primo-romantica.

Gabriel Fauré di Cesare Marinacci va in onda il martedì alle 16.25 e in replica alle 4.00 del mercoledì








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