2014-05-17 13:43:00

A Udine il Festival "Vicino/Lontano"


Stasera a Udine la consegna del Premio letterario Tiziano Terzani 2014 assegnato ex-aequo a due scrittori nell’ambito del Festival “Vicino/ Lontano in corso nel capoluogo friulano. Si tratta di Pierluigi Cappello con  il libro “Questa libertà'' e di Mohsim Hamid autore di: “Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente”. Opere in piena sintonia con la rassegna che si concluderà domani e le cui tante proposte legate dal titolo: "Che mondo fa?", anche quest’anno hanno richiamato un folto pubblico. Ma qual è stata l’idea di partenza della manifestazione giunta alla sua 10.ma edizione? Adriana Masotti lo ha chiesto a Marco Pacini, direttore del progetto:

 

R. – L’idea iniziale è quella di riflettere sul mondo che cambia e questo ossimoro, o coppia positiva più precisamente, vicino/lontano, ci sembrava che descrivesse molto efficacemente la nostra condizione di un’umanità  globalizzata. Pensiamo a cosa può essere oggi un cittadino di Lampedusa o un operaio che perde il lavoro perché la fabbrica viene delocalizzata…  e vicino/lontano è un mondo che prima non conosceva contemporaneamente. Quindi abbiamo deciso di fare un festival che riguardasse sostanzialmente il confronto tra le culture. Questa è stata l’idea iniziale che poi naturalmente si è sviluppata e si è articolata con una pluralità di interventi e di punti di vista diversi. Una delle cose che l’ha caratterizzato maggiormente in questi 10 anni è stata una forte tematizzazione: cioè non si invitano le persone perché sono l’autore dell’ultimo libro ma si invitano le persone a discutere attorno a un tema. L’altro aspetto molto caratterizzante è stato l’interdisciplinarietà, cioè mettere a discutere di un argomento persone che hanno anche linguaggi disciplinari diversi: l’antropologo con l’economista, con il filosofo, con il sociologo ecc.…

D. – Nella rassegna, che dura 10 giorni, si susseguono confronti, storie, spettacoli, mostre fotografiche, conferenze, dibattiti. Tra quelli in programma in questa edizione vuol segnalarci uno o due particolarmente vivaci e interessanti?

R. – Devo citare per forza l’apertura di quest’anno, che nel decimo anno era anche un modo di interrogarci su cosa stiamo facendo noi, come organizzatori, e aveva un titolo molto semplice, molto diretto: “A cosa serve pensare?” Era una lectio magistralis del filosofo Roberto Esposito. Questo è stato un incontro sorprendentemente molto seguito. Abbiamo avuto poi molti racconti interessanti che riguardano le disuguaglianze, che è un tema che ci sta molto a cuore; un altro filone tematico importante riguarda la possibilità di pensare ancora oggi l’utopia.

D. – Che cosa ha a che fare il Festival Vicino/Lontano con Tiziano Terzani, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario della morte?

R. –Quando è nata l’idea di Vicino/Lontano ci sembrava che la figura di Tiziano Terzani, uomo costantemente a cavallo tra due mondi - con sua moglie Angela si diceva di lui: occidentale in Oriente e orientale in Occidente - ci sembrava che fosse una persona la cui biografia testimoniava e riassumeva molto bene l’idea di questo progetto e quindi abbiamo telefonato ad Angela, con qualche perplessità perché Tiziano era scomparso da poco. Invece Angela è stata entusiasta dell’idea di fare un premio a lui dedicato in un contesto come questo.

D. – Appunto premio Terzani che quest’anno premia due scrittori - uno anche poeta -, uno friulano e l’altro pachistano…

R. – La decisione della giuria non è stata facile perché sono due esperienze e due mondi così diversi, ma poi c’è stata un po’ perché era il decimo anniversario e forse  volevamo dare un segnale. Un’altra ragione è che il premio ad Hamid è un premio perfettamente in linea con lo spirito del premio Terzani. E’ uno scrittore orientale che nei suoi romanzi gioca sempre a scavalco tra Oriente e occidente. E poi un poeta friulano, locale, molto vicino, Pierluigi Cappello, che è premiato non per la sua opera di poesia ma per un libro straordinario che ha scritto “Questa libertà” pubblicato da Rizzoli. E’ un libro di grande introspezione e quindi ricorda l’ultimo Terzani. C’è stato un dibattito all’interno della giuria abbastanza lungo finché alla fine si è deciso di assegnare il premio ex aequo.

D. – Il pubblico c’è, vi segue nelle vostre proposte?

R. – Sì, molto. L’Italia è un Paese strano, che come tutti sanno ha un bassissimo indice di lettura, però quando ci sono queste manifestazioni culturali, c’è una partecipazione veramente importante. Nel nostro caso poi è molto bello vedere l’interazione. Difficilmente organizziamo conferenze frontali: c’è sempre una parte molto significativa anche in termini di tempo dedicato al pubblico, quindi c’è una forte interazione, una forte interlocuzione tra gli autori, gli ospiti e il pubblico.








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