Ucraina: Mosca minaccia di tagliare il gas. Usa e Ue: nuove sanzioni alla Russia
Sempre più duro il confronto in Ucraina tra esercito e separatisti filorussi, che
operano nell’est del Paese. Rapito un alto ufficiale ucraino. Intanto Mosca torna
a minacciare Kiev e, indirettamente, l’Europa di tagliare le forniture di gas. Per
Ue e Usa probabili nuove sanzioni alla Russia. Sentiamo Giancarlo La Vella:
Nuovo ultimatum
energetico di Putin, che in una lettera ai Paesi europei importatori di gas russo
attraverso l’Ucraina, si è lamentato del silenzio di Bruxelles sul debito di 3 miliardi
e mezzo di dollari di Kiev. Dal 1°giugno – ha ammonito il capo del Cremlino – le forniture
per l’Ucraina saranno limitate a quelle pagate in anticipo. Il rischio di interruzioni
anche del flusso destinato all'Europa è forte. E la presa di posizione russa arriva
proprio quando Stati Uniti e Unione Europea hanno parlato della possibilità di nuove
sanzioni contro la Russia, da far scattare nel caso in cui Mosca ostacoli lo svolgimento
delle elezioni presidenziali ucraine del prossimo 25 maggio. Intanto, sul terreno
situazione appare veramente complicata. Ormai confermato il sequestro a Donetsk del
colonnello Iuri Lebed, comandante delle truppe in Ucraina orientale e di otto reparti
della Guardia Nazionale. A Krasni Luch, nella regione di Lugansk, un gruppo armato
si è impossessato della sede amministrativa della compagnia carbonifera statale, che
conta sette miniere e 9000 dipendenti.
E sulla stato attuale della crisi
ucraina, Giancarlo La Vella ha parlato con l’esperto dell’area ex sovietica,
Aldo Ferrari, docente alla Ca’ Foscari di Venezia:
R. - La situazione
è molto complicata perché le trattative di Ginevra, ormai un mese fa, non hanno dato
sostanzialmente risultati. Si aspettano le elezioni presidenziali ucraine del 25 maggio
e dal punto di vista diplomatico i protagonisti non sembrano particolarmente attivi,
mentre continuano sul terreno scontri anche violenti. È un momento di stasi pericolosa
perché senza una soluzione politica la questione non può che aggravarsi ulteriormente.
D.
- Rafforzare l’aspetto federalistico dello Stato ucraino potrebbe portare a qualche
miglioramento della situazione o comunque si va incontro ad un’altra secessione?
R.
- Credo che un vero e serio lavoro di federalizzazione dell’Ucraina sia l’unica soluzione
possibile al problema. Il punto è che da parte delle autorità di Kiev questa volontà
di accettare realmente la federalizzazione non c’è, perché la si interpreta come una
sorta di secessione mascherata, per lo meno iniziale. Però, d’altra parte, l’alternativa
non può che essere l’aggravarsi della situazione, nel senso che queste spinte secessioniste
rimarrebbero forti e avrebbero l’appoggio, seppure non dichiarato, della Russia. Però,
se l’Ucraina non viene effettivamente sospinta dall’Occidente, quindi Europa e Stati
Uniti, ad accettare in maniera seria e concreta la federalizzazione, la questione
non si risolverà.
D. - Sullo sfondo poi c’è sempre il problema energetico;
un’Ucraina che dipendeva quasi totalmente dalla Russia, ora deve in qualche modo risolvere
la situazione, casomai, con l’aiuto dell’Occidente. Questo è possibile?
R.
- In tempi brevi assolutamente no. Così come in tempi brevi non è possibile che l’Europa
soprattutto perda la propria dipendenza dalla Russa. Sarà un discorso più lungo che
verrà affrontato nel corso degli anni, ma al momento l’Ucraina rimane estremamente
vulnerabile da questo punto di vista come l’Europa, seppure in una dimensione differente.
Questa è una delle principali frecce che Mosca ha chiaramente al suo arco e non c’è
una possibilità immediata di risolvere la questione. L’Europa può aiutare l’Ucraina,
ma a sue spese e in un momento non facile dal punto di vista economico. Da questo
punto di vista non ci sono, purtroppo, soluzioni immediate ed efficaci.