In Turchia lotta contro il tempo per salvare i sopravvissuti nella miniera di Soma
Turchia sotto shock, davanti alla tragedia che si sta consumando alla miniera di carbone
di Soma dove un’esplosione, tre giorni fa ha sepolto 284 minatori e ancora un centinaio
mancano all’appello. Lo strazio delle famiglie si è unito ieri alla rabbia e alle
proteste dei sindacati in piazza in tutto il Paese. Dalla Turchia ci aggiorna Susanna
Jacona Salafia:
L’area intorno
a Soma è divenuta un cimitero a cielo aperto e le bare sembrano non bastare. Funerali
di massa e fosse scavate nella terra attorno alla miniera della morte, che ha inghiottito
la vita gia di 284 lavoratori , intossicati dalle esalazioni di monossido di carbonio.Un
incendio sotterraneo, scoppiato a duemila metri di profondità, che è stato domato
solo dopo 48 ore e che sta rendendo difficile le operazioni di recupero degli altri
cadaveri. Fuori dall’ingresso della miniera di Soma gli altoparlanti pronunciano i
nomi dei morti mentre tutto intorno gli escavatori hanno allestito delle fosse singole
per i cadaveri senza nome. Sul luogo della tragedia sono presenti oltre 1200 operatori
tra squadre di soccorso e psicologi per i familiari. Le vittime, potrebbero anche
superare 400 se si considera che oltre ai 284 cadaveri recuperati mancano all’appello
ancora circa 140 operai, molti dei quali subcontrattisti di cui non si conoscono
le esatte generalità. Ieri il presidente Gul ha avuto parole di conforto verso famiglie
ancora in attesa e di sostegno ai feriti nella sua visita in ospedale a Soma. Annuncia
anche una revisione delle norme mentre la Soma holding, proprietaria dal 2012, ha
avviato un inchiesta sulle cause dell’incendio e specifica che l’ultimo controllo,
positivo, sulla sicurezza da parte di una commissione statale era avvenuto in gennaio.
Ma i morti in miniera, negli ultimi vent’anni, in Turchia sono stati circa 3000.Intanto
la tensione sociale continua a incendiare il Paese:manifestazioni ieri a Soma, Smirne,
Adana e nel quartiere Gazi di Istanbul, finite con arresti e lanci di candelotti lacrimogeni.