Il card. Koch: Papa in Terra Santa, nuove speranze per l'ecumenismo
Mancano ormai pochi giorni al viaggio di Papa Francesco in Terra Santa, in programma
dal 24 al 26 maggio. Un pellegrinaggio denso di significati come spiega il cardinale
Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei
cristiani, al microfono di Mario Galgano:
R. – Der Anlass
für diesen Besuch ist ja die Erinnerung an die erste Begegnung … Lo spunto per
questa visita è stata la commemorazione del primo incontro tra il Patriarca Atenagora
e Papa Paolo VI, nel gennaio di 50 anni fa, a Gerusalemme: fu il primo incontro dopo
tanto, tanto tempo e fu l’inizio del dialogo. E con l’incontro tra gli attuali rappresentanti
della Chiesa – Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo – io spero che i buoni rapporti
che abbiamo potuto sperimentare in questi 50 anni possano essere ulteriormente approfonditi
per compiere altri passi nel futuro.
D. – Possiamo immaginare qualche passo
concreto, oppure parliamo soprattutto di un piano ‘simbolico’?
R. – Ich glaube
es ist mehr eine symbolische Ebene, aber symbolische Ebenen sind … Credo che si
tratti sostanzialmente di piani simbolici, ma nel campo dell’ecumenismo i piani simbolici
sono molto importanti! Facciamo una differenza tra il dialogo dell’amore e il dialogo
della verità, e il dialogo della verità sulle questioni teologiche non è proprio semplicissimo;
ma questo non funziona senza il dialogo dell’amore e in questo senso, questo incontro
rappresenta un evento molto importante!
D. – Che cosa il Papa porta in Terra
Santa, da un punto di vista ecumenico? R. – Der Papst bringt zunächst sich selbst
und seine Botschaft, und das ist eine … Innanzitutto, il Papa porta se stesso e
il suo messaggio, e questo è un messaggio di pace e di riconciliazione e di fraternità
nei rapporti ecumenici.
D. – Lei è competente anche per il dialogo con gli
Ebrei: quali, anche in questo campo, le speranze riposte in questa visita?
R.
– Die Begegnungen mit den Juden und den Repräsentanten von Israel sind auf … Gli
incontri con gli Ebrei e con i rappresentanti di Israele si svolgono su due piani.
Intanto, gli incontri con i rappresentanti dello Stato – il presidente, il primo ministro
e le autorità dello Stato – che hanno lo scopo di consolidare e approfondire i rapporti
tra il Vaticano e Israele; dall’altro canto, è previsto un incontro con il Gran Rabbino
a Gerusalemme: questo è uno degli aspetti del dialogo curato dalla nostra Commissione
per i rapporti religiosi con l’Ebraismo. Sicuramente anche questo contribuirà all’approfondimento
dei rapporti con il Grande Rabbinato di Gerusalemme.
D. – La visita del Papa
durerà solo tre giorni, dunque un tempo breve ma molto intenso ...
R. – Das
Programm ist relativ kurz – drei Tage; und es sind alles sehr wichtige Sachen … Il
tempo è relativamente breve, tre giorni, ma in realtà tutto è molto importante e andrebbe
sottolineato … Ci saranno tre dimensioni: quella ecumenica, nell’incontro con il Patriarca
Bartolomeo e con la celebrazione ecumenica, nel corso della quale Papa Francesco incontrerà
anche gli altri patriarchi: quello greco-ortodossi di Gerusalemme e il Patriarca della
Chiesa armeno-apostolica; poi ci sarà l’accento posto sull’ebraismo con le visite
ufficiali; e poi, naturalmente, la visita al Muro del Pianto, allo Yad Vashem, la
visita alla tomba di Herzl … tutti incontri importanti. Poi, c’è anche l’incontro
con il Gran Muftì di Gerusalemme, e così si aggiunge la dimensione interreligiosa,
soprattutto con l’islam.