2014-05-16 08:39:50

Fiaccolata del Colosseo per i cristiani perseguitati. Si prega per la donna condannata in Sudan


Esprimere solidarietà ai cristiani che rischiano la vita o la perdono per professare la propria fede in Africa, Medioriente e Asia .Per questo la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Roma, si sono ritrovate ieri sera al Colosseo per una fiaccolata, con forti testimonianze. Intanto il mondo assiste ad un nuovo dramma in Sudan dove una donna in cinta di otto mesi è stata condannata all’impiccagione per apostasia: ha sposato un cittadino cristiano e si è convertita alla sua fede violando la legge islamica. Il servizio di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3

Sarà impiccata per apostasia: ha sposato un cittadino cristiano e si è convertita alla fede del marito in flagrante violazione della Sharìa, la legge islamica. Succede oggi in Sudan a Mariam Yehya Ibrahim, 27 anni, incinta di otto mesi. Per evitare la pena capitale avrebbe dovuto tornare all’islam, ma non lo ha fatto. Un problema di molte aree del mondo, ricorda Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio:

“Purtroppo, i luoghi dove non è riconosciuto questo tipo di libertà religiosa e nemmeno il diritto, appunto, alla conversione, sono tanti. Naturalmente, noi ci rivolgiamo ai nostri fratelli musulmani e chiediamo loro, alla parte più illuminata, che è la stragrande maggioranza, di lavorare sempre assieme a noi perché a tutti sia garantito questo fondamentale diritto per il quale la Chiesa si è molto spesa”.

Forzature e violenze, come quella imposta a molte delle studentesse nigeriane rapite nei giorni scorsi dagli estremisti Boko Haram e costrette a convertirsi. Per loro e i tanti cristiani perseguitati - l’ultimo dato sembrerebbe avvicinarsi ai 100 mila nel mondo - la fiaccolata che vede insieme ebrei, cristiani e musulmani:

“Il primo motivo è quello di fare arrivare la voce della società civile, la voce dei credenti a tante persone perché non si sentano abbandonate. Da quando Giovanni Paolo II ha aperto quello che si è chiamato lo spirito di Assisi, le religioni si sono sentite chiamate a tirare fuori quel messaggio di pace che è al cuore della loro fede. Noi vorremmo creare un’unità tra le religioni contro il terrorismo che si ammanta di un discorso religioso, e vorremmo che finalmente anche nell’opinione pubblica fosse separata la violenza dalla religione”.

Nella Evangelii Gaudium il Papa ci ricorda che c’è una mentalità che vuole costringere la fede ad un fatto privato: quando si cerca di manifestarla, cominciano i problemi, le discriminazioni, le persecuzioni. Quanto anche il Papa finora ci sta illuminando, ci sta accompagnando su questo tema?

“Il fatto più significativo, tra i tanti che potrei citare è che il Papa si recherà in Terra Santa tra pochi giorni, accompagnato da un imam e un rabbino. Quindi, il fatto che il Papa scelga di fare un pellegrinaggio nella terra delle tre religioni, accompagnato da loro mi sembra il maggiore segno, il segno più visibile, di questa volontà di dialogo e di collaborazione per la pace nel mondo”.

Le testimonianze alla fiaccolata saranno forti: ci sarà quella di un cristiano siriano scampato alla guerra, di una donna eritrea cristiana che si dà da fare per aiutare i musulmani profughi del deserto del Sinai, e le sorelle del padre gesuita Paolo Dall’Oglio rapito in Siria quasi un anno fa e del quale non si hanno più notizie. Il pensiero dunque sarà anche per quelli come lui che per ora non hanno voce:

“Sì, vogliamo compiere, come durante tutto l’anno in cui preghiamo per loro, un ulteriore gesto di vicinanza sperando che tutti loro possano sentirlo e possano avere notizia di questo nostro atto di solidarietà”.







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