2014-05-15 14:12:26

Festival di Cannes: dopo 'Grace di Monaco', è la volta di 'Timbuktu'


Il 67.mo Festival del Cinema di Cannes si è aperto ieri sera con la proiezione di Grace di Monaco, da oggi anche sugli schermi italiani. Grandi nomi in corsa per la Palma d’Oro, che verrà consegnata il 24 maggio. Compongono una selezione di assoluto prestigio molti film legati alla storia recente e ai drammi intimi delle famiglie. Il servizio di Luca Pellegrini: RealAudioMP3

Mondanità, cultura, mercato, arte: Cannes diventa ancora una volta per due settimane il solo e unico Festival capace di mettere il cinema al centro dell’interesse di gran parte del mondo. Lo è sicuramente per la stampa, gli addetti ai lavori e per chi muove milioni all’ombra di un’industria in fondo sempre florida. A Cannes dicono tutti di sì: i registi per primi, quasi sempre i produttori. E anche quest’anno sulla Croisette arriva il meglio della produzione mondiale, i festivalieri stabili Godard, Dolan, Egoyam, Techine, Assayas, Hazanavicius, Ken Loach, Mike Leigh, gli immancabili fratelli Dardenne, Cronenberg, insieme a qualche rischiosa o curiosa scelta, come l’italiana Rohrwacher, l’argentino Szifrón e il mauritano Sissoko, oggi in concorso con il durissimo “Timbuktu”, tutti messi a giudizio della giuria presieduta da Jane Campion. Film di apertura, proiettato ieri, “Grace di Monaco”, carico di polemiche prima, poco applaudito dalla critica, forse lo sarà dal pubblico, illuminato dal volto di Nicole Kidman nel ruolo dell’attrice-principessa. E’ un film classico, romantico, sfarzoso, con alcune dichiarate licenze storiche e tanta tristezza, che si concentra sul biennio 1962-64, sulle tensioni con la Francia di De Gaulle e quelle vissute in famiglia da Grace, che decise - almeno così racconta il film - dopo non poche lacrime e dubbi di sostituire i ruoli classici hollywoodiani che ancora la tentavano con quello, ben più faticoso, di moglie di Ranieri e madre di famiglia, sorretta dalla presenza, molto sottolineata nel film, del sacerdote americano Francis Tucker. Ai Grimaldi regnanti, senza nemmeno averlo visto, non è piaciuto, per le ingenue inverosimiglianze - anche se molti intimi segreti saranno rimasti doverosamente tali - accusando di aver trasformato, senza loro licenza, il ruolo e l’immagine del padre, della madre e dei parenti a corte. Immersi in un’atmosfera che fa spesso il verso a Hitchcock, di cui Grace Kelly fu musa ispiratrice, assurta poi, dopo la tragica morte, a mito del Novecento, immagine di un mondo oggi scomparso.







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