Siria, elezioni del 3 giugno: non si voterà nelle ambasciate siriane in Francia e
in Germania
In Siria le elezioni presidenziali del 3 giugno, consultazioni in cui appare scontata
la rielezione del presidente Bashar Al-Assad, sono al centro in queste ore di un nuovo
caso diplomatico internazionale. Le autorità di Damasco denunciano che i governi di
Francia e Germania vogliono impedire ai siriani residenti in questi Paesi di votare
nelle ambasciate. Immediata la replica di Parigi e di Berlino. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Parigi rivendica
la facoltà di opporsi allo svolgimento delle elezioni in tutto il territorio francese.
Il governo tedesco parla di elezioni non democraticamente legittime. Il ministero
degli esteri siriano sottolinea, invece, che non si può vietare di esercitare quello
che viene definito “il diritto costituzionale” di votare presso le ambasciate. La
Francia, intanto, ha fatto circolare, tra i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu,
una bozza di risoluzione che autorizza un’indagine della Corte Penale Internazionale
su presunte atrocità commesse in Siria da tutte le parti coinvolte nel conflitto con
l’obiettivo di garantire che gli autori di tali crimini siano assicurati alla giustizia.
Ma la Russia, che nel Consiglio di Sicurezza ha diritto di veto, ha già espresso il
proprio scetticismo e potrebbe bloccare l’adozione della risoluzione. Sul terreno
due cittadini libanesi sono stati feriti in modo grave da alcuni colpi sparati oltre
confine dall'esercito siriano. La Casa Bianca, inoltre, ha reso noto che il leader
della piattaforma dell’opposizione siriana, riconosciuta dall'Occidente, potrebbe
incontrare in settimana il presidente americano Barack Obama. Drammatica infine la
situazione ad Aleppo, da giorni senza acqua potabile.