Il Papa: chi crede di sapere tutto non può capire Dio
Le cose di Dio non si possono capire solo con la testa, bisogna aprire il cuore allo
Spirito Santo. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa
Santa Marta. Il Pontefice ha quindi sottolineato che la fede è un dono di Dio, ma
non si può ricevere se si vive “staccati” dal suo popolo, dalla Chiesa. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Le Letture del
giorno, ha osservato Papa Francesco, ci mostrano “due gruppi di persone”. Nella Prima
Lettura “ci sono quelli che sono stati dispersi a causa della persecuzione scoppiata”
dopo l’uccisione di Stefano. “Sono stati dispersi con il seme del Vangelo – ha detto
il Papa – e lo portano dappertutto”. All’inizio, parlano soltanto ai giudei. Poi,
“in modo naturale, alcuni di loro”, giunti ad Antiochia, “cominciarono a parlare anche
ai greci”. E così, lentamente, è stata la riflessione del Papa, “hanno aperto le porte
ai greci, ai pagani”. Arrivata la notizia a Gerusalemme, ha rammentato, Barnaba fu
mandato ad Antiochia “per fare una visita di ispezione”. E tutti, ha constatato, “sono
rimasti contenti”, perché “una folla considerevole fu aggiunta al Signore”.
Questa
gente, ha sottolineato Francesco, “non ha detto andiamo prima dai giudei, poi dai
greci, ai pagani, a tutti. No! Si è lasciata portare dallo Spirito Santo! E’ stata
docile allo Spirito Santo”. E poi, ha proseguito, “una cosa viene dall’altra” e “finiscono
aprendo le porte a tutti: ai pagani, che per la mentalità loro erano impuri”, “aprivano
le porte, a tutti”. Questo, ha ribadito, “è il primo gruppo di persone, quelle che
sono docili allo Spirito Santo”. “Alcune volte – ha soggiunto – lo Spirito Santo ci
spinge a fare cose forti: come ha spinto Filippo ad andare a battezzare” il ministro
etiope, “come ha spinto Pietro ad andare a battezzare Cornelio”:
“Altre
volte, lo Spirito Santo soavemente ci porta e la virtù è lasciarsi portare dallo Spirito
Santo, non fare resistenza allo Spirito Santo, essere docili allo Spirito Santo. E
lo Spirito Santo agisce oggi nella Chiesa, agisce oggi nella nostra vita. Qualcuno
di voi potrà dirmi: ‘Mai lo ho visto!’. ‘Ma, fa’ attenzione a cosa succede, cosa ti
viene in mente, cosa ti viene nel cuore. Cose buone? E’ lo Spirito che ti invita ad
andare per quella strada. Ci vuole docilità! Docilità allo Spirito Santo”.
Il
secondo gruppo che ci presentano le Letture è quello degli “intellettuali, che si
avvicinano a Gesù nel tempio: sono i dottori della legge”. Gesù, ha annotato il Papa,
ha sempre avuto problemi con questi, “perché non finivano di capire: giravano sulle
stesse cose, perché credevano che la religione era cosa soltanto di testa, di leggi”.
Per loro, bisognava “compiere i comandamenti e niente di più. Non si immaginava che
esistesse lo Spirito Santo”. Interrogavano Gesù, “volevano discutere. Tutto era nella
testa, tutto è intelletto”. “In questa gente – ha soggiunto - non c’è il cuore, non
c’è l’amore e la bellezza, non c’è l’armonia”, è gente “che soltanto vuole spiegazioni”:
“E
tu gli dai le spiegazioni e loro, non convinti, tornano con una altra domanda. E’
così: girano, girano… Come hanno girato attorno a Gesù tutta la vita, fino al momento
che sono riusciti a prenderlo e a ucciderlo! Questi non aprono il cuore allo Spirito
Santo! Credono che anche le cose di Dio si possono capire soltanto con la testa, con
le idee, con le proprie idee. Sono orgogliosi. Credono di sapere tutto. E quello che
non entra nella loro intelligenza non è vero. Ma tu puoi risuscitare un morto davanti
a loro, ma non credono!”.
Gesù, ha così evidenziato, “va oltre” e dice
una “cosa fortissima”: “Voi non credete perché non fate parte delle mie pecore! Voi
non credete perché non siete del popolo di Israele. Siete usciti dal popolo. Siete
nell’aristocrazia dell’intelletto”. Questo atteggiamento, ha ammonito, “chiude il
cuore. Loro hanno rinnegato il loro popolo”:
“Questa gente si era staccata
dal popolo di Dio e per questo non poteva credere. La fede è un dono di Dio! Ma la
fede viene se tu sei nel suo popolo. Se tu sei - adesso - nella Chiesa, se tu sei
aiutato dai Sacramenti, dai fratelli, dall’assemblea. Se tu credi che questa Chiesa
è il Popolo di Dio. Questa gente si era staccata, non credeva nel Popolo di Dio, credeva
soltanto nelle sue cose e così aveva costruito tutto un sistema di comandamenti che
cacciavano via la gente: cacciavano via la gente e non la lasciavano entrare in Chiesa,
nel popolo. Non potevano credere! Questo è il peccato di resistere allo Spirito Santo”.
“Due
gruppi di gente”, ha ripreso il Papa, quelli “della dolcezza, della gente dolce, umile,
aperta allo Spirito Santo”, e quell’altra “orgogliosa, sufficiente, superba, staccata
dal popolo, aristocratica dell’intelletto, che ha chiuso le porte e resiste allo Spirito
Santo”. “E non è testardaggine questa”, ha detto, “di più: è avere il cuore duro!
E questo è più pericoloso”. Guardando questi due gruppi di persone, è stata la sua
invocazione, “chiediamo al Signore la grazia della docilità allo Spirito Santo per
andare avanti nella vita, essere creativi, essere gioiosi, perché l’altra gente non
era gioiosa”. E quando “c’è tanta serietà – ha affermato – non c’è lo Spirito di Dio”.
Chiediamo, dunque, “la grazia della docilità e che lo Spirito Santo ci aiuti a difenderci
da quest’altro spirito cattivo della sufficienza, dell’orgoglio, della superbia, della
chiusura del cuore allo Spirito Santo”.