2014-05-12 20:12:29

Ucraina: netta maggioranza di ‘si’ al referendum indetto dai separatisti nell’est del Paese


In Ucraina alto numero di sì al referendum, nell'est del Paese, per la secessione delle regioni di Donetsk e di Lugansk. Per Kiev, la consultazione è una “farsa senza conseguenze giuridiche”. L’Unione Europea annuncia nuove sanzioni, gli Stati Uniti non riconoscono il referendum. “Non è altro che uno sforzo – sottolinea il Dipartimento di Stato Usa - per creare ulteriori divisioni”: Il servizio di Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

“Dopo il referendum la Repubblica popolare di Donetsk è uno Stato sovrano. Chiediamo alla Federazione russa di poterne fare parte”. Questa la dichiarazione del copresidente del governo temporaneo, Denis Pushilin. La stessa scelta è stata resa nota dalla regione di Lugansk. In precedenza il ministro degli Esteri federale Lavrov aveva detto che Mosca “rispetta” il risultato della consultazione, che gli europei continuano a definire “illegale”. Bruxelles ha deciso nuove sanzioni contro la Russia. Il capo della diplomazia tedesca Steinmeier domani sarà a Kiev per tentare di sostenere un “dialogo nazionale”, poi farà visita nell’Est del Paese slavo. Il 25 sono in programma le elezioni presidenziali ucraine, ma, stando alle notizie che giungono da Donetsk e Lugansk, qui c’è il serio rischio che non si tengano. L’obiettivo della diplomazia internazionale è appoggiare la “road map”, approntata dall’Osce dopo il viaggio a Mosca del presidente svizzero Burkhalter. Sul fronte energetico la Gazprom ha comunicato che se Kiev non pagherà i suoi debiti, il 3 giugno le taglierà il gas.

Ma quali riflessi potrà avere il referendum? Alessandro Guarasci ha sentito Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento: 00:01:25:06


R. – Sinceramente, non so se l’idea della secessione sarà immediatamente fattibile. Innanzitutto, c’è una data da tenere presente, che è quella del 25 maggio, cioè le elezioni presidenziali. Probabilmente tutti nell’area, ma soprattutto Putin, stanno aspettando che le elezioni si svolgano per vedere come si comporteranno gli elettori ucraini, anche perché in campo, non dimentichiamo, c’è la signora Timoshenko, che se dovesse essere eletta sarebbe un gravissimo ostacolo sulla strada della pace e della convivenza con la Russia di Putin.

D. – Una possibile secessione converrebbe davvero alla Russia?

R. – Non credo, in un primo momento, Putin abbia messo in conto la secessione di un’ulteriore area oltre alla Crimea. Il Donetsk non è un’area qualsiasi: da sola rappresenta almeno il 20% del pil dell’intera Ucraina. Di certo, la difesa di quell’area ma soprattutto delle popolazioni di lingua e cultura russa sta molto a cuore a Putin, soprattutto dopo quello che è successo ad Odessa.

D. – Lei come giudica l’atteggiamento dell’Europa, che sotto alcuni aspetti è stato, diciamo, oscillante?

R. – L’Europa non prende una decisione, in un senso o in un altro. Sì, è vero, minaccia le sanzioni, ma che tipo di sanzioni? E queste sanzioni possono essere dannose per la Russia o potrebbero essere dannose per l’Europa stessa? La storia corre e l’Europa è sempre dietro.







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