Il card. Tauran in Giordania: le religioni promuovano “pedagogia della pace”
Lavorare alla promozione di una “pedagogia della pace”: è l’esortazione indirizzata
ai leader religiosi dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo interreligioso. Il porporato è oggi in Giordania, dove presso la "Petra
University" di Amman, ha preso parte al seminario sul tema “Religione e violenza”
volto alla promozione del dialogo interreligioso. Il Convegno è stato organizzato
dall’Ambasciata d’Italia ad Amman, dal Royal Institute for Interfaith Studies e dalla
delegazione dell’Unione Europea in Giordania in occasione della prossima visita di
Papa Francesco nel Paese. L’incontro è suddiviso in due sessioni: una storica e una
religiosa e proprio in quest’ultima è intervenuto il cardinale Tauran, con una riflessione
intitolata “Religioni, società e violenza. Uno sguardo su cause e risultati. Il ruolo
dei leader religiosi per la pace e la coesione sociale”.
Esprimendo, innanzitutto,
“solidarietà e compassione” per il popolo della vicina Siria, “vittima non solo di
violenza armata, ma anche di ogni sorta di violazione dei diritti fondamentali”, il
cardinale Tauran ha sottolineato “l’importante ruolo giocato dalle religioni nell’esortare
le popolazioni alla pace” in nome della dignità di ciascuno e della solidarietà. Essenziale,
quindi, ha aggiunto il porporato, l’impegno comune per “la prevenzione e la soppressione
della violenza”, poiché “la violenza non è coraggio, bensì l’esplosione di una furia
cieca che degrada la persona” e che “è ancora più perversa quando si verifica in nome
di Dio”. Cosa possono fare, dunque, i leader religiosi in tale contesto? Prima di
tutto, ha spiegato il presidente del dicastero vaticano, è necessaria la chiarezza:
“Nessuna situazione può giustificare il terrorismo” ed è per questo che bisogna dedicarsi
alla “promozione di una pedagogia della pace”, ovvero far lavorare la diplomazia e
la politica, come pure untare alla “ricerca della verità e degli elementi comuni che
appartengono alla persona umana”, “insegnare che pluralismo non è sinonimo di violenza,
ma può essere fonte di arricchimento reciproco”, aprire la strada “alla purificazione
della memoria attraverso il perdono e la riconciliazione” e ricordare che “è meglio
avere una pace difficile che una guerra vittoriosa”.
Riguardo alla Chiesa cattolica,
ha continuato il cardinale Tauran, essa guarderà ai principi delle Beatitudini, poiché
“è specifico del cristiano, in virtù della sua fede, essere sottomesso a violenza
e non infliggerla o provocarla”. Anzi, ha aggiunto il porporato, “il cristiano è chiamato
ad andare oltre tutte le forme di violenza e ad essere testimone di gentilezza, generosità
e pace”. Certamente, ha evidenziato ancora il presidente del Dicastero vaticano, “non
tutte le religioni adottano la stessa posizione riguardo a questioni come la guerra
giusta, la legittima difesa, la jihad, ma in generale esse sono tutte d’accordo
nell’affermare che la pace è un valore da rispettare e promuovere” e che “la violenza
non è mai la risposta adeguata alle offese o alle ingiustizie” ricevute. “Amicizia
e rispetto per divergenze e convergenze – ha concluso il porporato – sono i soli strumenti
per evitare distruzione e morte”, i soli che “possano contribuire al consolidamento
della giustizia e della solidarietà nel mondo”.
Nella sua visita in Giordania,
il cardinale Tauran è accompagnato da padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario
del dicastero del Dialogo Interreligioso, e da mons. Khaled Akasheh, capo ufficio
per l’Islam del medesimo Dicastero. Domani e mercoledì, inoltre, i rappresentanti
del Pontificio Consiglio parteciperanno a un colloquio organizzato congiuntamente
col "Royal Institute for Interfaith Studies" di Amman. Il colloquio, il terzo della
serie, avrà per tema "Affrontare le sfide attuali attraverso l’educazione” e sarà
articolato in due sottotemi, trattati rispettivamente dal punto di vista cattolico
e da quello musulmano: "Sfide attuali" e "Risposte a queste sfide attraverso l’educazione".
I partecipanti saranno 12 per parte. I lavori saranno inaugurati da una riflessione
del principe reale El Hassan Bin Talal e dal cardinale Jean-Louis Tauran. Al termine
dei lavori è prevista una dichiarazione comune. (I.P. – R.P.)