Dolore e cure palliative al centro del prossimo Convegno dei Medici cattolici italiani
Presentato questa mattina, presso la sede della nostra emittente, il Convegno nazionale
celebrativo del 30.mo anniversario dalla promulgazione della Lettera Apostolica Salvifici
Doloris, organizzato dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, che si terrà
i prossimi 16 e 17 maggio sul tema “Il dolore e la sofferenza umana alla luce della
medicina della ragione e della fede cristiana”. Il servizio di Paolo Ondarza:
Il senso della
sofferenza e l’attenzione a porre il paziente, nella sua condizione di fragilità,
al centro della gestione clinica del dolore sono il cuore della Salvifici Doloris
scritta da Giovanni Paolo II in vista del Giubileo del 2000. Un testo di grande attualità,
che negli anni ha ottenuto importanti riconoscimenti, nonostante ancora molto resti
da fare per garantire prestazioni antalgiche appropriate. In Italia, la Legge 38 del
2010 tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia
del dolore, ma il Paese in questo è ancora molto indietro rispetto ad altri. Ci vuole
un cambio culturale. Opportuno ribadire che non si tratta di sostanze proibite o dannose,
ma di medicine essenziali per alleviare le sofferenze. Il presidente dell’Associazione
Medici Cattolici Italiani Filippo Maria Boscia:
“Io credo che abbiamo
il dovere di escludere quello che oggi potremmo definire sofferenza inutile. Non dobbiamo
relegare una persona nella solitudine del dolore.”
Tanti i pregiudizi e
le false convinzioni da sfatare sulle malattie inguaribili e sul dolore, anche in
ambito religioso. Ancora Boscia:
“Il dolore non fa parte del progetto di
Dio sull’umanità. Cancelliamo questo dalla nostra mente, perché il dolore viene visto
come sofferenza, come punizione. No, non fa parte del progetto di Dio sull’umanità”.
Il dolore è spesso il motivo per cui viene chiesta l’eutanasia. Ecco
perché occorre far conoscere e mettere in atto la terapia del dolore, ricorda il medico
Domenico di Virgilio, tra i promotori della legge 38:
“Vincere il
dolore significa vincere la richiesta di eutanasia. Se si fa comprendere bene alle
famiglie, ai pazienti tutto questo, vedrete che vinceremo anche questa battaglia
dell’eutanasia”.